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HOST 2013 – Domattina a Fiera Milano parte il Salone del caffè e dell’ospitalità

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MILANO – Domattina, con una cerimonia ufficiale ma informale, apre anche per le autorità Host 2013, il Salone del caffè e dell’ospitalità. Gli espositori avranno cominicato le operazioni negli stan alle 9, i primi visitatori attorno alle dieci, in piedi davanti ai cancelli.

Sarà un Salone all’insegna della buona salute del settore, nonostante la difficoltà e la crisi economia italiana. Ma qui ci sono aziende che espostando oltre il 90% del prodotto.

A mostrare dati incoraggianti è Host, il Salone internazionale dell’ospitalità professionale che da domani fino al 22 ottobre celebra l’edizione 2013 nel a Fiera Milano, alle porte del capoluogo lombardo.

Host 2013 si svolge su 12 padiglioni per 101 mila mq di superficie espositiva. Saranno presenti 1.700 aziende (+6,5%, con 350 new entry) da 48 Paesi, delle quali 559 estere (+16,5%).

E fa sensazione il raddoppio (saranno una settantina) di espositori americani. Sono 10 i nuovi Paesi presenti: Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam.

Previsti 1500 hosted buyer e circa 120 mila visitatori professionali.

Di grande rilievo anche il programma di eventi: oltre 400 gli appuntamenti tra workshop, seminari, degustazioni, show-cooking, mostre e competizioni.

Società che rappresentano 48 diverse nazioni: dai Paesi più tradizionali, ma anche loro in crescita – come Inghilterra (+33%), Paesi Bassi (+28%), Spagna (+19%), Usa (+17%), Germania (+13%), Francia (+10%) -, si arriva a 10 Paesi alla loro prima assoluta, tra cui Bahrain, Kenya, Vietnam, Israele.
Per gli espositori di Host 2013 l’opportunità di incontrare 1.500 buyer e 120mila visitatori professionali che si muoveranno attraverso tre macro-aree: Ristorazione professionale con pane-pasta-pizza; Bar-macchine per caffè e gelato-pasticceria; e infine Arredo-tavola.

Si sa già che il Salone andrà bene anche perché l’Italia ha la leadership mondiale nel comparto dell’ospitalità professionale: produce macchine e attrezzature che tutto il mondo ci invidia, basti pensare ad esempio alle macchine per il caffè o per i gelati.

E Milano ogni due anni ribadisce il suo primato come capitale mondiale del settore con Host, il salone internazionale dell’Ospitalità professionale che apre i suoi cinque giorni a tutto business da oggi al 22 ottobre.

Un appuntamento durante il quale da tutto il mondo si guarda soprattutto alle nostre aziende per progettare un albergo o inventarsi un ristorante di tendenza. I numeri ufficiali saranno comunicati venerdì, ma per questo settore ci si aspetta un aumento dell’export a due cifre, mentre il mercato interno resta piatto.

«Gli altri corrono, noi parliamo. Ed è per questo che bisogna guardare con attenzione al di fuori dei nostri confini – ha detto presentando la manifestazione il Presidente di Fiera Milano, Michele Perini -. In un’economia dove il mercato domestico è il mondo, il futuro del sistema fiere sta nell’internazionalizzazione, da un lato per incontrare gli operatori là dove il business cresce di più, dall’altro per motivarli a venirle a conoscere `on site´ in Italia. Si lavora per preparare un domani nel quale la macchina da caffè si venda con il caffè e l’affettatrice con il prosciutto. Un sistema di filiera insomma che potrebbe presto vedere insieme Host e Tuttofood e magari anche il vino. E nel fare sistema Milano, intesa come città, ha – secondo Perini – anche lei un gran ruolo da giocare. «Mi auguro – ha detto – che un giorno un visitatore della Fiera trovi in albergo un biglietto di benvenuto firmato dal sindaco».

«I dati della prossima edizione di Host sono quasi entusiasmanti – ha commentato Sandro Bonomi, Presidente ANIMA, Federazione delle Associazioni Nazionali della Meccanica Varia e Affine di Confindustria -. «Stiamo rispondendo come un popolo di imprese che tirano avanti facendo molta fatica – ha aggiunto -la legge di stabilità è un buon inizio, l’investimento economico, 5 miliardi su tre anni, diretto o in forma di minori tasse e costi, è ovviamente però ancora lontano dalle necessità urgenti dell’industria».

 

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