RIMINI – L’idea è venuta ad un’azienda del posto, che al Sigep giocava in casa: la Mec 3 di San Clemente, una frazione di Rimini. Si tratta del gelato a base di caffeina, che è inodore e insapore, ma da al prodotto un potere energizzante. Che lo rendono interessante per chi vuole rincuorarsi o recuperare dopo una corsa.
Tuttavia, a parte alcune novità interessanti come questa, alla fiera del gelato è stata la tradizione a tenere banco, soprattutto con l’annuncio che il prodotto artigianale, la cui stagione è ormai alle porte, vedrà aumenti in vista del 2%-3%.
A presentare le tendenze del gelato 2006 è il Sigep. Esaminando le tendenze si scopre che, chiusa l’era della fantasia a tutti i costi, tornano i gusti classici, non più di una quarantina, ma prodotti tutti rigorosamente con latte fresco di giornata. Saranno contenti anche gli amanti delle novità coniugati però alla territorialità dei prodotti tipici; si va dai diversi cru di cacao, ai pistacchi di Bronte, al limone di Amalfi, alla nocciola tonda delle langhe. a le preferenze del cono 2006 non cambiano: il 73% va alle creme e il 27% alla frutta, l’importante è che il gelato sia di qualità; in particolare, al primo posto svetta il cioccolato, seguito da nocciola, limone, fragola e via via le diverse creme, spesso interpretazione personale di alcuni artisti del gelato. Sì perché la gelateria artigianale è scienza esatta dove niente può essere lasciato al caso, ogni ingrediente è calcolato al grammo.
La fiera del gelato e non solo
Così l’unica strada per arrivare ad un’efficace promozione del gelato artigianale resta la qualità che costerà al consumatore il 2-3% in più e non soltanto per l’aumento delle materie prime, ma anche per la bolletta più pesante della luce, visto il largo utilizzo dei macchinari elettrici. Del resto i consumatori sono sempre più esigenti, vogliono sapere quali sono gli ingredienti utilizzati, gli aspetti nutrizionali, l’apporto calorico, i processi di lavorazione e conservazione.
Non si accontentano più del gelato, basta loro un rapido colpo d’occhio per riconoscere quello giusto. Altro ingrediente indispensabile, deve essere la bravura dei maestri gelatieri sempre più spesso tramandata da padre a figlio trattandosi per lo più aziende a conduzione familiare; questo perché mancano scuole di formazione.
Pur essendo un acquisto fatto d’impulso, il più edonistico dei peccati di gola è una vera passione
Per cui si è disposti a fare anche qualche chilometro, per gustare un cono di qualità, a cui non si rinuncia neanche in inverno; il 40% degli italiani lo consuma tutto l’anno, per un totale complessivo di 332 mila tonnellate, quasi 12 chili a testa.
Gelato, specificano dal Sigep, soprattutto artigianale che rappresenta il 56% dei consumi prodotto da 32.219 gelaterie artigiane, comprese quelle all’interno di bar e pubblici esercizi, con un volume di affari annuo di oltre 2 miliardi di euro; 11.373 sono quelle specializzate, dedite alla sola produzione e vendita di coni e coppette, dove lavorano oltre 5.000 addetti. L’industria italiana è leader assoluto nel mondo per la produzione di macchine per il gelato artigianale. Sono undici le aziende del settore, con 700 addetti, e fatturano oltre 300 milioni di euro l’anno.