domenica 22 Dicembre 2024
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Fipe VS Fiepet: nel 2012, le associazioni discutevano così sul rincaro della tazzina

Diceva così anni fa Pierantonio Genestrone, presidente di Confcommercio imprese Italia VdA e di Fipe Valle d’Aosta: "Era dall'aprile 2007 che non veniva ritoccato il costo del caffè al bar – ha sottolineato - E' chiaro che se la miscela la paghi il 40 per cento in più si ripercuote sulla tazzina. Dobbiamo inoltre tenere in conto che intanto aumentano i costi di attività degli esercizi”

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AOSTA – L’euro per l’espresso non è più sostenibile: è un dato di fatto che si sta sempre più concretizzando in questo periodo post-pandemico in un’esplosione che vede i centesimi salire per la tazzina al bar. Se da una parte ci sono tutti coloro che accolgono con gioia questa valorizzazione della bevanda, finalmente pagata con un corrispettivo economico superiore, dall’altra ci sono quelli che si sentono derubati di un’abitudine, un simbolo popolare, che proprio su quell’euro ha costruito tutto il suo rituale.

Si tratta di un contesto che però non è nuovo in Italia, anche se alcuni non lo ricorderanno: allora noi rispolveriamo la memoria riportando il dibattito avvenuto proprio attorno al rincaro della tazzina di dieci centesimi tra due associazioni di categoria, Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confindustria.

Le posizioni sono nettamente contrapposte, nel 2012.

Rincaro della tazzina: il caffè in Valle d’Aosta secondo Fipe-Confcommercio

Per un caffè si potrà pagare anche 1,10 euro ad Aosta. “Tutta colpa delle materie prime”. Così si è giustificata la Confcommercio della Valle d’Aosta nell’annunciare un nuovo rincaro della tazzina di caffè arrivata a quota 1,10 euro. “Era dall’aprile 2007 che non veniva ritoccato il costo del caffè al bar – ha sottolineato Pierantonio Genestrone, presidente di Confcommercio imprese Italia VdA e di Fipe Valle d’Aosta – E’ chiaro che se la miscela la paghi il 40 per cento in più si ripercuote sulla tazzina. Dobbiamo inoltre tenere in conto che intanto aumentano i costi di attività degli esercizi”.

Nel mese scorso la Commissione economica di Confcommercio VdA si è riunita per valutare la situazione “ed è giunta alla conclusione – precisa ancora Pierantonio Genestrone – che il ritocco ai prezzi delle consumazioni effettuate nei pubblici esercizi è ormai indifferibile, ma Confcommercio VdA lascia alla libera scelta degli associati l’eventuale determinazione degli aumenti e la decorrenza degli stessi, invitandoli però, nel caso, a praticarli dopo la fine di marzo”.

Sulla stessa questione, Fiepet-Confesercenti ha un parere opposto

Ha risposto sul rincaro della tazzina in Valle D’Aosta, Fiepet-Confesercenti: “Macché aumenti, diamo un segnale e lasciamolo a un euro”. “Pur consapevoli – scrive Fiepet-Confesercenti in una nota – del momento di difficoltà di tanti pubblici esercizi a seguito della forte contrazione dei consumi, degli aumenti delle materie prime, dei costi dell’energia e di una pressione fiscale tra le più alte al mondo, invitiamo i nostri associati a contenere il prezzo della tazzina del caffè”.

E ancora: “Il simbolico prezzo inalterato, sarebbe, per noi un piccolo segnale in controtendenza che potrebbe essere apprezzato dai consumatori. Detto questo, siamo nel libero mercato e ognuno decide ciò che crede meglio per la propria azienda”.

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