MILANO – Si fa presto a dire ripartenza: il decreto Rilancio e la riapertura da lunedì 18 maggio hanno dato dei segnali soprattutto di speranza ma, nella concretezza, è tutto particolarmente in salita per gli esercenti. I dati riportati da Fiepet Confesercenti non sono tra i più incoraggianti e raccontano un quadro tutt’altro che roseo anche in Trentino. Leggiamo le informazioni dal sito ladigetto.it.
Fiepet Confesercenti: parlano i numeri del settore
TRENTO – Lo avevano detto: la ripartenza sarebbe stata con il freno a mano tirato.
La conferma arriva dai pubblici esercizi che a qualche settimana dalla ripartenza nell’80% dei casi ha dichiarato di aver riaperto tra mille difficoltà a causa del distanziamento interpersonale e le altre misure anti Ccovid-19.
Complessivamente il 71,3% fa un bilancio negativo o molto negativo di queste prime settimane di apertura.
L’indagine è stata effettuata su un campione di 320 imprese (principalmente micro) del mondo della ristorazione e bar
Bene invece per quanto riguarda i clienti e il rispetto delle regole: l’igiene delle mani (saldo 70,3%), seguito dall’uso della mascherina (saldo 64,2%). Un po’ meno c’è attenzione al distanziamento sociale (62,2%). L’invito per i cittadini rimane quello di collaborare al rispetto delle regole.
«Ciò che ci preoccupa maggiormente – commenta Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino – sono i dati che interessano il mercato del lavoro.»
«Le imprese, con i fatturati in calo e in forte contrazione, avranno difficoltà a garantire il rientro della forza lavoro dalla cassa integrazione. È assolutamente necessario intervenire per tutelare le imprese e l’occupazione, rendendo immediatamente disponibili i ristori a fondo perduto, la liquidità agevolata e le risorse per la cassa integrazione.»
«Il decreto Rilancio – prosegue Peterlana – ha esteso di ulteriori 9 settimane la cassa integrazione con causale Covid. Portandola a un totale di 18 settimane non continuative perché, nella migliore delle ipotesi, la cassa potrà essere richiesta solo da settembre. Rimane un buco nei mesi di luglio e agosto con i lavoratori che si ritroveranno senza soldi.
Come si dovranno comportare?
«Chiediamo un intervento della Provincia per garantire una prosecuzione della cassa integrazione per i mesi scoperti dalla normativa attuale. I dipendenti non possono utilizzare gli ammortizzatori sociali in quanto i licenziamenti sono ancora bloccati.»
Da mettere in evidenza anche le richieste delle piccole imprese a conduzione familiare.
«Gli imprenditori – conclude Peterlana – ci chiedono di semplificare e rendere più flessibile il lavoro. La ripresa sarà graduale, alle imprese occorrono strumenti flessibili. Vanno eliminati anche i costi dei contratti a termine e reintrodotti i voucher, almeno per i settori maggiormente colpiti.»