SANREMO – Dopofestival troppo decentrato, serate festivaliere da nottambuli, censura sulle deroghe alla somministrazione di cibo e bevande a società esterne e location improvvisate, manifestazioni collaterali che possano portare solo ricadute positive città.
A un mese dal Festival la Fipe di Confcommercio, Federazione pubblici esercizi (che nella fattispecie vuol dire soprattutto bar e ristoranti) lamenta un bilancio negativo e mette le cose in chiaro con il Comune chiedendo per il prossimo anno dei correttivi che consentano all’indotto delle piccole imprese di lavorare di più e meglio.
A prendere la parola è il presidente provinciale, Enrico Calvi.
«Abbiamo recepito una serie di osservazioni dai nostri associati. Il nostro intento è quello di migliorare il Festival e renderlo più “sanremese” – spiega – e di proporre i correttivi e le migliorie necessarie a “riportare” maggiormente in città e negli esercizi dei sanremesi il clima festivaliero».
Il motivo?
L’edizione 2017, nonostante il grande successo televisivo e mediatico si è registrato un «considerevole calo del “movimento” nel centro città e dei relativi incassi».
La Fipe ha lavorato sui perchè e ora presenta la sua «ricetta» all’amministrazione Biancheri.
Sottolineando che per Sanremo il Festival rappresenta uno degli eventi più importanti dell’anno per una realtà economica che conta 500 attività per un indotto complessivo di circa tremila addetti senza contare le aziende locali che operano nel settore food, beverage e dei servizi.
«Un comparto, quindi, che dovrebbe essere tenuto in grande considerazione, senza particolari agevolazioni ma neppure con evidenti penalizzazioni – prosegue Calvi – Riteniamo assolutamente fattibili le proposte inoltrate dai cittadini e dagli imprenditori che rappresentiamo».
Le proposte sono articolate: il Dopofestival va assolutamente riportato in centro città, nella location migliore che il Comune possa scegliere, ma in centro città, ciò consentirebbe di far girare artisti e addetti ai lavori nel cuore sanremese e non nella landa notturna deserta di Villa Ormond.
ll Festival possibilmente dovrebbe terminare parecchio prima.
Gli orari tremendi di quest’anno hanno infatti scoraggiato fortemente pubblico e addetti ai lavori a frequentare i ristoranti e locali aperti con tanto sacrificio e orari incredibili per il dopo spettacolo; come già fatto in passato l’amministrazione non deve concedere assolutamente alcuna deroga per la somministrazione di cibo e bevande a nessuno, tantomeno a società esterne che non operano a Sanremo ma di prediligere imprese locali della zona, questo vale ancor più per le numerose location che sorgono per la manifestazione e che richiamano addetti ai lavori, media, sponsor e gente, togliendo, se in deregulation, spazio e ossigeno vitale all’economia cittadina.
Giulio Gavino