STATI UNITI – Anche Ferrero si è voluta schierare nella lotta contro il razzismo che in questo ultimo periodo sta attraverso in primo luogo gli Usa e poi in tutto il mondo. Per questo, l’azienda con base ad Alba conosciuta nel mondo per i suoi prodotti, ha voluto prendere una posizione netta proprio ricollegandosi al caso Floyd. Leggiamo quali sono state le decisioni del marchio negli Stati Uniti, dal sito targatocn.it.
Ferrero dice no alle discriminazioni
E’ contenuto in un documento che porta la firma del suo amministratore delegato Paul D. Chibe la netta posizione che la controllata Usa della multinazionale dolciaria albese ha deciso di assumere in seno al dibattito in corso in tutto l’Occidente dopo l’uccisione di George Floyd, il 45enne di Minneapolis divenuto simbolo della lotta al razzismo nei cinque continenti.
Nelle ore in cui anche il Parlamento Ue approvava una risoluzione di condanna dell’”atroce morte” di Floyd e contraria a “ogni forma di razzismo, odio e violenza”, oltre che di sostegno alle manifestazioni in corso in tutto il mondo sotto le insegne del movimento “Black Lives Matter”, il chief executive officer della controllata Usa di Ferrero rendeva noto attraverso i suoi canali social un documento che segna una netta presa di posizione dell’azienda contro ogni episodio di razzismo e di violenza a sfondo razziale.
“L’ingiusta uccisione di George Floyd è un evento inconcepibile, che mette in evidenza l’impatto del razzismo, della disuguaglianza e della violenza vissuta dai neri – si legge nella nota che Chibe ha diffuso tramite i social –.
Ferrero North America fa parte di un’azienda globale che non tollera queste ingiustizie
Siamo d’accordo con quanti discutono su come porre fine alla disuguaglianza e agli atti di razzismo”.
“Nelle ultime due settimane – spiega ancora l’amministratore delegato –, noi di Ferrero abbiamo avuto importanti discussioni su come continuare a costruire una cultura della diversità, dell’inclusione e delle pari opportunità. Obiettivi che abbiamo sempre sostenuto, ma sui quali riconosciamo che abbiamo del lavoro da fare. Stiamo lavorando insieme per accelerare i nostri progressi, per stabilire programmi che promuovano una cultura più diversificata e inclusiva di quella che abbiamo oggi”.
“Ci impegniamo a fare la differenza all’interno della nostra azienda e delle nostre comunità locali. Oltre a rafforzare le iniziative sulla diversità della nostra azienda, stiamo cercando altri modi per supportare le organizzazioni di giustizia sociale e i programmi locali che puntano ad avere un positivo impatto di lungo termine sulla vita delle comunità nere. La lotta al razzismo sistemico richiede un cambiamento sistemico. Io, insieme ai miei colleghi Ferrero colleghi in tutto il Nord America, mi impegnerò per esser parte della soluzione”.
Una ferma condanna e una dichiarazione d’intenti che fanno seguito alle scelte comunicate nei giorni scorsi da realtà quali Microsoft, Ibm e Amazon
Che, anche sull’onda delle proteste seguite all’uccisione del 45enne da parte della Polizia, hanno comunicato la loro indisponibilità a vendere alle forze di polizia Usa i loro sistemi di riconoscimento facciale, “sino a quando – ha dichiarato il presidente di Microsoft Brad Smith – non avremo una legge nazionale basata sui diritti umani che governerà questa tecnologia”.