MILANO – Si è chiuso con un fatturato complessivo di 2.697 milioni il bilancio 2013 di Ferrero di Alba (Cuneo), il colosso italiano dell’alimentare. A trainare i conti sono state le esportazioni che si sono attestate a 789 mln, in crescita del 4,1%, perché per la prima volta nella storia, la crisi si è fatta sentire anche nella storica azienda dolciaria di Alba che ha registrato una contrazione delle vendite di prodotti sul mercato italiano del 5,3% a valore rispetto allo scorso anno. L’utile netto dell’esercizio e’ stato pari a 156,1 milioni di euro, con un’incidenza sui ricavi del 5,3%, mentre il flusso di liquidita’ generato dalla gestione reddituale ammonta a 215,7 milioni di euro.
Nonostante la crisi abbia impattato negativamente sulle vendite in Italia, tuttavia, la società, da sempre attenta ai valori umani e sociali, confortata dai dati delle esportazioni e, soprattutto fiduciosa nella ripresa economica del Paese, ha deciso di continuare a tutelare l’occupazione.
Sul fronte del lavoro, infatti, l’organico e’ stato mantenuto in Italia sulle 6.561 unità, senza alcuna sostanziale flessione.
Anche in materia di investimenti, malgrado la crisi, la società ha investito nell’esercizio 78,1 milioni di euro (2,9% del fatturato), superando così negli ultimi sei esercizi i 700 milioni di euro.
Anche nel 2013, l’azienda ha proseguito con le iniziative in aree meno favorite del pianeta, tramite il modello delle Imprese Sociali Ferrero, già realizzate in Camerun, Sud Africa ed India ed ha mantenuto l’impegno verso la comunita’ ed il territorio di appartenenza tramite le attivita’ della Fondazione Ferrero di Alba, che quest’anno ha festeggiato il trentennale della sua istituzione, promuovendo molteplici iniziative nel campo sociale, culturale ed umanitario