ALBA – La crescita di Ferrero trainata dai mercati internazionali e dallo shopping di aziende. L’anno scorso il colosso di Alba ha realizzato sui mercati esteri 8,7 dei 10,3 miliardi totali di fatturato.
Compresi gli 1,05 miliardi prodotti e esportati dall’Italia. Un aiutino è arrivato anche dalle acquisizioni, strategia inaugurata recentemente da Giovanni Ferrero.
A metà marzo è stata rilevata l’americana Fannie May, con in dote 80 negozi e uno stabilimento con 750 addetti: la quarta acquisizione in poco più di due anni, dopo la turca Oltan (strategica per la produzione di nocciole), l’inglese Thorntons (cioccolato) e la belga Delacre, specializzata nei biscotti gourmet. Non grandi aziende (eccetto Oltan) ma piccole e medie posizionate in target specifici di mercato.
In una delle sue rare apparizioni pubbliche, durante Expo Milano 2015, Giovanni Ferrero (FOTO) disse: «In passato la crescita è stata solo affidata a crescita organica. Ogni generazione deve esplorare nuove frontiere e possibilmente portarsi oltre le colonne di Ercole».
E poi Mister Nutella aggiunse: «Da due mesi siamo saliti sul podio dei produttori mondiali di cioccolato, siamo terzi, é un fiore all’occhiello per l’Italia».
Il leader mondiale del cioccolato rimane Mondelez (ex Kraft), seguito dall’inglese Mars e quindi da Ferrero, prima del colosso svizzero (ma generalista) Nestlé.
Ma come e dove procede la crescita globale di Ferrero? Nell’ultimo bilancio consolidato di Ferrero International è riportato (ma senza dettagli) che nell’anno fiscale 2015/16 (chiusura al 31 agosto) le vendite di prodotti finiti sono aumentate in Germania, Polonia, Spagna e Francia mentre l’Italia è rimasta piatta.
La Turchia ha registrato un balzo significativo mentre gli Stati Uniti e il Messico hanno realizzato l’incremento più elevato delle vendite.
E i prodotti guida sono ancora quelli storici: Nutella, Rocher, Kinder surprise, Kinder joy, Kinder bueno e Tic tac. Le aspettative di crescita più significativa si appuntano su Cina, Messico, Turchia, India e Indonesia.