lunedì 23 Dicembre 2024
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Ferrero, la prima azienda ad avviare la collaborazione con il Fisco italiano

La società di Alba, campione in passato di utili offshore, ha deciso di aderire al programma di confronto con l'Agenzia delle Entrate, la Cooperative compliance

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MILANO – Al via la “Cooperative compliance”, con la ‘tessera numero 1’ consegnata alla Ferrero Spa e altre società del gruppo, ammesse al programma dall’Agenzia delle Entrate.

Il percorso di adempimento collaborativo, previsto per le aziende sopra i 10 miliardi di volumi d’affari o ricavi, mira a dare certezza alle operazioni fiscali complesse per favorire gli investimenti e limitare al minimo il rischio fiscale.

La procedura era stata introdotta in attuazione della delega fiscale.

E non è un caso che la prima tessera sia arrivata al gruppo di Alba, la cui testa fiscale è sempre stata offshore.

Secondo gli ultimi dati resi pubblici, nel 2014 la società a fronte di un fatturato di 9 miliardi ha registrato profitti più che raddoppiati con una cedola record per la lussemburghese Ferrero International.

Il bilancio si è concluso con un utile netto in ascesa a 827 milioni di euro dai 357,5 milioni del 2013 per la holding con sede nel Granducato.

Sulla scorta del risultato l’assemblea dei soci aveva poi deliberato una cedola totale di 800 milioni. Nel 2015, invece, Il fatturato del gruppo dolciario Ferrero è salito a 9,5 miliardi, in crescita del 13,4% rispetto all’esercizio precedente.

L’utile prima delle imposte è stato pari a 889 milioni di Euro, in flessione del 2,0% rispetto all’esercizio precedente. Ora la Ferrero, dopo anni, ha deciso di confrontarsi con il Fisco per la tassazione dei suoi utili.

Si tratta del primo tassello d’un progetto più ampio che interesserà altri attori di rilievo nel panorama economico italiano e che mira ad assicurare certezza nell’applicazione del diritto, in particolare in materia fiscale.

Con l’effettiva entrata a regime della cooperative compliance, il sistema tributario italiano compie un deciso passo avanti allineandosi agli orientamenti oramai prevalenti a livello internazionale.

La gestione delle attività relative al nuovo regime di adempimento collaborativo, nella prima fase di applicazione, è affidata all’ufficio Cooperative compliance, istituito all’interno della Direzione Centrale Accertamento. Sono attualmente al vaglio dell’Agenzia delle Entrate ulteriori istanze di ammissione presentate da primari gruppi multinazionali.

L’istituto dell’adempimento collaborativo si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente che miri ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti.

Tale scopo è perseguito tramite l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

In fase di prima applicazione l’istituto prevede l’accesso volontario riservato ai soggetti residenti e non residenti con volume d’affari o ricavi non inferiore a dieci miliardi di euro o a un miliardo di euro se hanno presentato istanza di adesione al “Progetto Pilota”, avviato dall’Agenzia nel 2013.

Tali limiti dimensionali non si applicano alle imprese che intendono dare esecuzione alla risposta dell’Agenzia delle Entrate, fornita a seguito di istanza di interpello sui nuovi investimenti.

Soddisfatti i requisiti soggettivi, i contribuenti che intendono aderire al regime devono comunque dimostrare di essere in possesso di un’efficace sistema di controllo del rischio fiscale inserito nel contesto del sistema di governo aziendale e di controllo interno.

I provvedimenti di ammissione delle società del gruppo Ferrero, a firma del Direttore Centrale Accertamento, sono stati portati a conoscenza dei contribuenti negli ultimi giorni del mese di dicembre a conclusione del procedimento di verifica dei requisiti di ammissibilità per l’accesso al regime previsti dalla norma.

Nel corso del procedimento di ammissione è stata riscontrata la coerenza del sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale del gruppo con i “requisiti essenziali” del Tax Control Framework previsti dalla legge, dallo stesso Provvedimento delle Entrate già citato e dai documenti OCSE pubblicati in materia.

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