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venerdì 22 Novembre 2024
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Ferrero sulla via della sostenibilità: brevettato un packaging green

Il cuore dell’innovazione, che si muove nel solco di studi già fatti in Corea e Stati Uniti, è una “pellicola” (film la definizione precisa in inglese) che avrebbe la capacità di “inibire” o “ritardare in misura sostanziale” la proliferazione di batteri, funghi e muffe nei prodotti da forno caratterizzati da una buona dose di umidità

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ALBA (Cuneo) – La sostenibilità tra le priorità dei consumatori e delle aziende: questo è uno dei trend che innegabilmente sta trasformando interi settori e impronta le strategie future dei grandi e piccoli marchi. Tra questi non poteva certo mancare Ferrero, che ha deciso di fare un passo avanti sulla via del rispetto dell’ambiente con il brevetto di un nuovo packaging ecologico. Leggiamo la notizia dal sito foodweb.it.

Ferrero sempre più green

Non solo ricerca e sviluppo sui prodotti e sui processi industriali, da sempre un fiore all’occhiello del gruppo Ferrero che ha un’attenzione molto particolare all’efficienza e all’unicità delle sue linee di produzione, coperte da molteplici brevetti. Anche il packaging è entrato nelle direttrici di innovazione interna del gruppo d’origine piemontese, che ha ottenuto la protezione industriale su un materiale per fabbricare gli involucri dei suoi prodotti, nello specifico quelli da forno.

Ferrero, ecco le innovazioni di domani

Il campo di gioco nel quale ci si muove è quello cosiddetto dell’”active packaging”, un nuovo filone molto promettente di ricerca nel quale si è lanciata anche Ferrero: materiali che possano “attivamente” accrescere la conservazione e salubrità dei cibi oltre ciò che sarebbe possibile con il normale trattamento degli ingredienti o con gli involucri tradizionali. Un tema che può incrociare – ma non sarebbe questo il caso – anche quello della sostenibilità ambientale, altra battaglia definitiva se si vuole liberare il mondo dalle montagne di plastica sempre meno gestibili.

Una pellicola composita made in Lussemburgo

L’oggetto del brevetto internazionale Ferrero, che Food ha consultato, è un materiale composito per il packaging studiato in una società del gruppo che ha base in Lussemburgo e che da molti anni è il motore dell’innovazione industriale dell’impero albese del cioccolato. Sarà quest’ultima, poi, a cedere il suo utilizzo alle varie filiali del gruppo.

Il cuore dell’innovazione, che si muove nel solco di studi già fatti in Corea e Stati Uniti, è una “pellicola” (film la definizione precisa in inglese) che avrebbe la capacità di “inibire” o “ritardare in misura sostanziale” la proliferazione di batteri, funghi e muffe nei prodotti da forno caratterizzati da una buona dose di umidità; mantenendo anche nel tempo i corretti parametri organolettici, “sia che esso sia in diretto contatto con l’involucro, sia che vi sia uno spazio da cibo e pack”.

A questa pellicola sono abbinati altri strati (preferibilmente due esterni a quello “core”) funzionali sia a quest’attività, sia ad assicurare una impermeabilità all’ossigeno, alla base com’è noto dell’attività ossidativa del cibo.

…A base di chitosano, alginati e olii essenziali

Come si rende questa pellicola “attiva” nella prevenzione di funghi e muffe? Ferrero ha selezionato una serie di prodotti di origine naturale da inserire, quali componenti, nel polimero di partenza che forma la pellicola centrale. Alcuni di questi hanno già note proprietà antibatteriche, o sono utilizzate per altri scopi.

Come il chitosano, che si estrae a partire dall’esoscheletro dei crostacei e che viene comunemente utilizzato anche per prodotti dimagranti. O il Tea tree oil, le cui proprietà antisettiche sono ben note e si usa anche per combattere l’acne. Proprietà simili arrivano anche dagli estratti dei semini del pompelmo o dall’olio essenziale che si ricava dalla buccia dei limoni, che aiuterebbe a combattere anche la cellulite.

Non mancano gli alginati, estratti dalle alghe marine, l’olio di cannella e quello di timo e l’etanolo. Tutti ingredienti scelti dal gruppo di ricerca Ferrero perchè utili a raggiungere lo scopo prefissato.

Dai test fatti combinando i vari materiali con le sostanze attive è emerso che questo pack ha un’efficacia migliore quando entra direttamente in contatto col i prodotti da forno rispetto a quando c’è uno spazio tra i due, mentre la migliore efficacia in termini di giorni prima della formazione di muffe arriva da un mix di sostanze attive che comprende il chitosano, gli alginati e l’etanolo. Da inserire preferibilmente in sia nella pellicola centrale sia nei “coating” più esterni. Anche formulazioni più complesse di questi elementi attivi migliorano le performance, che nello studio in questione hanno mantenuto salubre il prodotto fino a 80 giorni, con le qualità organolettiche rimaste intatte fino a 130 giorni e con una perdita di peso del prodotto irrisoria, fino ad un massimo dello 0,5% del peso.

 

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