domenica 22 Dicembre 2024
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Ferrero-Agrion: accordo contro la cimice asiatica che attacca i noccioleti

Il progetto si articola in un’azione immediata, con una regia degli interventi e il monitoraggio capillare della diffusione sul territorio, e nella sperimentazione di metodi innovativi: trappole a feromoni di aggregazione e i frappage.

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CUNEO – La cimice asiatica (il nome scientifico è Halyomorpha halys) ha raggiunto un picco di notorietà mediatica per i danni provocati su frutta, nocciole, ortaggi e cereali, ma anche per le spettacolari invasioni dei centri urbani che si verificano in autunno.

In primavera migrano in campo e ora stanno “lavorando” su gran parte delle colture. Sul nocciolo punge i frutti in accrescimento, provocando il cosiddetto “cimiciato”: quando si apre il guscio, si ha la sorpresa di trovare il gheriglio raggrinzito e dal sapore sgradevole per via del liquido amaro iniettato dall’insetto.

La cimice asiatica è stata individuata in Piemonte dai ricercatori di Agrion in un pescheto a Cuneo nell’agosto 2014. Sul nocciolo i primi danni sono segnalati l’anno successivo.

Da allora, complice l’assenza di efficaci limitatori naturali locali, la diffusione è stata in crescendo, provocando gravi danni nella bassa collina, dal Carrucese all’Albese.

Quest’anno la diffusione interessa gran parte del territorio regionale. I corilicoltori piemontesi guardano con giustificata apprensione a questa emergenza fitosanitaria.

Negli ultimi anni il comparto è cresciuto in modo esponenziale, raggiungendo 21 mila ettari distribuiti in tutta la regione.

In Piemonte si coltiva una delle nocciole più buone al mondo e la sfida consiste nell’individuare una strategia per contenimento della cimice, al contempo efficace e rispettosa degli equilibri ambientali. L’obiettivo è continuare a garantire standard qualitativi di eccellenza per l’industria dolciaria.

Per questo il gruppo Ferrero ha sottoscritto un accordo con la Fondazione per la ricerca e l’innovazione dell’agricoltura piemontese – Agrion, che mette a disposizione del Centro di ricerca un sostanzioso contributo finanziario per un progetto di ricerca applicata sulla cimice. L’obiettivo è quello di mettere a punto metodi di difesa per contenere i danni del nuovo insetto.

“La Ferrero si impegna a supporto del territorio piemontese, che rappresenta un bacino di enorme importanza per l’approvvigionamento delle nocciole, utilizzate nei nostri prodotti amati dai consumatori di tutto il mondo”.

“Un riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni da Agrion – afferma il Presidente della Fondazione Giacomo Ballari – e anche un segnale importante da parte del colosso dolciario sull’importanza del problema cimice e sulla necessità di unire le forze, per trovare soluzioni efficaci e durature contro un parassita così invasivo”.

Il progetto si articola in un’azione immediata, con una regia degli interventi e il monitoraggio capillare della diffusione sul territorio, e nella sperimentazione di metodi innovativi.

Il monitoraggio tocca tutte le aree corilicole regionali: oltre al cuneese, dove opera Coldiretti che coordina un progetto finanziato dalla Fondazione CRC e svolto in collaborazione con Agrion, la Fondazione ha allestito una rete di allerta nell’astigiano (Monferrato e Valbormidese), alessandrino (Casalese, Val Cerrina e Valbormidese), e la provincia di Torino (Pinerolese e Chivassese).

I punti della rete sono costituiti da trappole a feromoni di aggregazione (richiami olfattivi intorno ai quali si aggregano le Halyomorpha) e i frappage (scuotimento delle chiome di nocciolo all’alba – le ore fresche del mattino rappresentano quelle in cui gli insetti si catturano più facilmente perché poco mobili per via del fresco e della poca luce).

Incrociando i dati ottenuti, si riesce a seguire l’andamento delle infestazioni. Inizio migrazione, picchi presenza in campo, presenza di adulti e fasi giovanili. Questo monitoraggio ha trascinato un gran numero di produttori a partecipare con i rilievi visivi. Consentendo di avere una situazione aggiornata spesso azienda per azienda.

Sulla base di queste informazioni dettagliate, la cabina di regia del coordinamento Agrion ha potuto diramare i bollettini di intervento. Poche azioni mirate nei momenti cruciali consentiranno di contenere i danni della cimice.

La sperimentazione sul campo

La sperimentazione riguarda lo studio delle sostanze attive più efficaci. Si sta conducendo sia in semi-campo, che in pieno campo.

Nel primo caso gli insetti sono studiati all’interno di manicotti di rete. Che sono disposti intorno alle branche di nocciolo.

Non potendo applicare al nocciolo i sistemi di copertura con rete Alt’Carpo che Agrion sta studiando per la frutta fresca, la sperimentazione su nocciolo si è concentrata sulle tecniche Attract & kill (attira e uccidi). In questo caso i feromoni vengono utilizzati non per monitorare gli insetti. Ma per attirarli in posti dove possono essere colpiti senza disperdere insetticidi nell’ambiente. Quindi su file di bordo, capezzagne, ecc.

Tra i metodi più promettenti, l’allestimento di “Totem” avvolti da una rete pre-trattata con un insetticida. Gli insetti sono attratti irresistibilmente dal feromone posto all’interno del totem. E, cercando di raggiungerlo, si impigliano nella rete.

Nel telo sottostante i ricercatori di Agrion stanno contando gli insetti messi fuori combattimento. La sperimentazione sui totem (Non sono ancora in commercio. La società che ne detiene il brevetto ha messo a disposizione i materiali gratuitamente.) viene svolta sulla base di un protocollo sperimentale. Autorizzato dal Ministero. E concordato tra le regioni Emilia-Romagna, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia.

Questo collaborazione tra Agrion e Ferrero rappresenta una risposta rapida ed efficace ad una grave minaccia al comparto Corilicolo nazionale. È auspicabile che questa prima esperienza insieme possa gettare le basi per una gestione sostenibile e duratura del fenomeno.

C.S.

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