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venerdì 22 Novembre 2024
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FEDERALIMENTARE – Nato un tavolo per sostenere il Made in Italy

Il food ad drink vale 25 miliardi, su un totale di 130, e il caffè pesa per il 4 per cento

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MILANO – E’ nato un tavolo tra industria alimentare e Istituzioni. Per promuovere e sostenere l’export del food and drink italiano. Compreso anche il caffè torrefatto. Si è discusso quindi dell’individuazione e del presidio dei nuovi e più strategici mercati; poi della lotta a contraffazione e Italian sounding. Infine, del superamento delle barriere tariffarie e non tariffarie per i nostri prodotti.

Food and drink: come sta andando l’Italia

Federalimentare si è riunita quindi in una delegazione. Composta dal Presidente Filippo Ferrua Magliani, dai Vice-Presidenti Annibale Pancrazio e Luigi Scordamaglia; poi dal Direttore Daniele Rossi e dai rappresentanti delle associazioni aderenti.

Si sono incontrati tutti al Ministero degli Affari Esteri. Alla presenza del Segretario Generale Michele Valensise. Poi di Andrea Meloni. Ovvero, il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese

I rappresentanti dei ministeri di riferimento

Il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dello Sviluppo Economico; Ministero della Salute; anche il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Assieme all’Agenzia ICE. Per avviare un percorso coordinato di ”diplomazia economica”. In favore del Made in Italy alimentare.

Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare

”L’istituzione di un tavolo per l’internazionalizzazione mette nuovamente l’industria alimentare al centro del Sistema Paese. Il suo obiettivo è quindi di difendere e promuovere i nostri marchi. Così come il Made in Italy alimentare nel mondo. In primis favorendo gli accordi per ridurre veri e propri ostacoli protezionistici. Come le barriere non tariffarie. Spesso strumentalmente a carattere sanitario; ma anche attraverso lo sviluppo degli investimenti promozionali all’estero. Per i quali sarebbe auspicabile la deducibilità. Per combattere cos sia la contraffazione che l’italian sounding”.

” Siamo in un momento di persistente stagnazione dei consumi interni. Questa iniziativa invece ci fa guardare con rinnovato ottimismo alle potenzialità di sviluppo del secondo settore manifatturiero italiano. Uno che ha iniziato l’anno con un +8,6%”.

Luigi Scordamaglia, Delegato di Federalimentare all’internazionalizzazione. Membro del CdA ICE

”Tra le proposte che abbiamo portato sul tavolo, desideriamo sottolineare la necessità di eliminare ogni pretesto per le barriere non tariffarie.

Anche attraverso un maggiore coordinamento delle Amministrazioni italiane coinvolte; è inoltre fondamentale concludere accordi di libero scambio. (ridurre/eliminare i dazi). Rafforzando il ruolo dell’Italia nei negoziati bilaterali; reputiamo strategica la creazione di una cabina di regia tecnica per l’export. Finalizzata anche ad evitare la dispersione di risorse oggi esistente;

così come la strutturazione di linee di credito adeguate per le imprese che esportano; la qualificazione della nostra presenza all’estero.

Dai desk anticontraffazione all’Addetto agroalimentare. Ma dobbiamo soprattutto facilitare la creazione di piattaforme distributive. Con sinergie tra Grandi Imprese e PMI. Unica soluzione per assicurare sui mercati emergenti la distribuzione delle nostre eccellenze alimentari”.

L’industria alimentare italiana

6250 aziende con più di 9 addetti e un fatturato di 130 miliardi di Euro. Essa costituisce il 2° settore manifatturiero italiano. Con i consumi interni in recessione, l’export rappresenta la più importante valvola di sfogo e di redditività per il food and drink. Nel 2012 ha raggiunto quasi 25 miliardi di euro. Con un’incidenza sul fatturato totale dell’industria alimentare (130 miliardi di euro) del 19%.

E’ la percentuale più alta di sempre sul food and drink

Anche se ancora inferiore a quella di Germania, Francia e Spagna, che oscillano tra il 22% e il 29%. E nel primo quadrimestre del 2013 l’export alimentare e’ cresciuto già più dell’8%. Nel dettaglio, esportiamo soprattutto prodotti vini, mosti e aceto (21% del totale); dolci e confetterie (13%), conserve e composte di frutta e ortaggi (12%); latticini e formaggi (9%), pasta (8%); oli e grassi (7%), carni preparate (5%) e caffè (4%).

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