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Fedecafé punta ai 14 milioni di sacchi entro il 2014

Luis Genaro Muñoz: “Seguitando a questo ritmo e in presenza di condizioni climatiche normali possiamo prefissarci una meta precisa per il 2014: avere il 90-95% delle piantagioni rinnovate, con gli arbusti in età ottimale e attestarci così su una media produttiva annua attorno ai 14 milioni di sacchi. A quel punto, espandendo le superfici coltivate a caffè e portandole a un’estensione uguale o superiore al milione di ettari, si potrebbe puntare a incrementare la produzione a 17-18 milioni di sacchi entro 5 anni.”

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MILANO – Accelerare il rinnovo colturale, con varietà resistenti alla roya, e aumentare l’utilizzo di fertilizzanti per tagliare il traguardo dei 14 milioni di sacchi prodotti entro il 2014. È l’obiettivo delineato dal direttore esecutivo della federazione colombiana dei produttori di caffè (Fedecafé) Luis Genaro Muñoz.

L’anno scorso, il programma di rinnovo ha interessato 80 mila ettari, contro una media di 70 mila negli anni precedenti, e, per quest’anno, è prevista l’estensione degli interventi a ulteriori 100 mila ettari.

L’obiettivo di Fedecafé

“Seguitando a questo ritmo e in presenza di condizioni climatiche normali – ha dichiarato Muñoz – possiamo prefissarci una meta precisa per il 2014: avere il 90-95% delle piantagioni rinnovate, con gli arbusti in età ottimale e attestarci così su una media produttiva annua attorno ai 14 milioni di sacchi. A quel punto, espandendo le superfici coltivate a caffè e portandole a un’estensione uguale o superiore al milione di ettari, si potrebbe puntare a incrementare la produzione a 17-18 milioni di sacchi entro 5 anni.”

La variabile clima Lo scenario sopra delineato deve tuttavia fare i conti con la variabile climatica, imprescindibile quanto imprevedibile.

Le piogge torrenziali dell’anno scorso, che nel secondo semestre hanno raggiunto livelli senza precedenti da almeno trent’anni, hanno provocato centinaia di vittime danneggiando il 10% delle terre agricole e lasciando più di due milioni di persone senza casa.

I danni sono stimati in 5 miliardi di dollari. Il maltempo si ripercuoterà inevitabilmente sulla produzione 2011 – osserva a tale proposito Muñoz. Gli alti livelli di umidità e la scarsa insolazione hanno ridotto le fioriture e facilitato il proliferare della roya (ruggine del caffè o Hemileia vastatrix secondo il nome scientifico), che minaccia ormai circa un terzo dell’ettaraggio complessivo coltivato a caffè.

La ruggine del caffè

Apparsa per la prima volta in Colombia 25 anni fa, la ruggine del caffè è una delle malattie crittogamiche più gravi. Attacca l’apparato fogliare, manifestandosi con macchie arrotondate pallide e traslucide, che nel giro di pochi giorni diventano gialloarancio a seguito della produzione di spore.

Le spore sono normalmente diffuse dalla pioggia. Questa avversità è controllabile adottando trattamenti preventivi e tecniche agronomiche adeguate, come il controllo delle infestanti e la potatura durante i periodi di infezione.

Negli ultimi anni sono state selezionate diverse varietà resistenti, come la varietà “Colombia”, di cui viene incoraggiato l’impianto nel programma di rinnovo colturale in atto. Nonostante le previsioni meteo poco incoraggianti, secondo le quali l’impatto della Niña continuerà a farsi sentire anche nei prossimi mesi, Muñoz si sforza di pensare positivo. Osserva, in particolare, come le piogge abbiano registrato una diminuzione nelle ultime settimane.

Il calo delle precipitazioni e l’insolazione potrebbero contribuire a una migliore fioritura salvando il raccolto della seconda metà dell’anno. “Siamo un po’ più ottimisti e aspettiamo di vedere come andranno le cose tra fine gennaio e febbraio. Per il momento abbiamo ancora qualche speranza.”

Fedecafé: pareri discordanti

Gli obiettivi produttivi delineati da Muñoz per Fedecafé appaiono a molti addetti ai lavori poco probabili. Secondo Jairo Agudelo, analista della banca di investimenti cilena Celfin Capital, bisognerà attendere almeno sino al 2013-2014, perché la Colombia possa semplicemente tornare a una produzione attorno agli 11-12 milioni di sacchi, in linea con le medie storiche dello scorso decennio.

Gli incrementi produttivi saranno lenti, anche perché i nuovi arbusti non producono a regime prima di 4-5 anni. Prudente anche la nota analista di mercato Judy Ganes-Chase (J Ganes Consulting), secondo la quale i problemi causati dalla ruggine del caffè rallenteranno la ripresa produttiva nei prossimi due anni.

Il programma di rinnovo colturale

“Penso che le cose miglioreranno a partire dal 2013. Da quel punto in poi, la produzione crescerà rapidamente”. Jaime Vallecilla, esperto del settore e autore di vari libri sul caffè, reputa teoricamente raggiungibile l’obiettivo di 11-12 milioni di sacchi a partire dal 2012, ma rimane scettico sulle cifre fornite dalla Colombia riguardo il programma di rinnovo colturale. “Non penso che gli ettari rinnovati negli ultimi anni siano stati realmente quelli dichiarati, visti i problemi di liquidità dei produttori, il riapprezzamento del peso e le piogge” ha dichiarato Vallecilla in una recente intervista.

Molto dipenderà anche dall’andamento climatico – afferma Rodrigo Costa, vice presidente vendite istituzionali di Newedge, a giudizio del quale le piogge torrenziali potrebbero indurre i produttori a non applicare i concimi, fatto questo che danneggerebbe in modo particolare gli arbusti di nuovo impianto. Da registrare intanto le previsioni pessimistiche di Luis Fernando Botero, direttore esecutivo di Fedecafé per la provincia di Antioqua, massima area produttiva della Colombia.

La produzione non supererà gli 1,43 milioni di sacchi dell’anno scorso e potrebbe risultare addirittura inferiore, in assenza di insolazione adeguata nelle prossime settimane– ha dichiarato Botero qualche giorno fa. A partire dall’inizio dell’anno, i produttori hanno avuto tre settimane di fila di “bel tempo” – ha aggiunto – ma se ricomincia a piovere le stime potrebbero subire un forte ridimensionamento.

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