domenica 22 Dicembre 2024
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Fatima Macìas: «Il caffè per me, è la mia Terra, rappresenta le mie radici»

Il racconto: "Sono nata nella miseria e non mi pesa, perché quella situazione mi ha resa la persona che sono oggi. Mio nonno possedeva delle piantagioni di caffè, e ho un bellissimo ricordo di come è iniziata la mia passione per questo frutto. Penso di non avere avuto ancora neppure 3 anni, quando in uno dei tanti rovesci della mia vita, mi sono ritrovata nella “ finca “ di mio nonno"

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MILANO – Fatima Fernanda Macìas Zambrano è la donna del caffè che questa settimana ha deciso di condividere con i lettori la storia del suo rapporto con il caffè a livello professionale e personale. Nata a Guayaquil in Ecuador, un paese Produttore del chicco e di tanti altri prodotti, da sempre affamata di conoscenza e con nessuna voglia di rimanere nell’ignoranza. Lei stessa afferma: “Ancora adesso ho fame”.

Fatima: “Lavoro da quando ero una bambina”

“Sono nata nella miseria e non mi pesa, perché quella situazione mi ha resa la persona che sono oggi. Mio nonno possedeva delle piantagioni di caffè, e ho un bellissimo ricordo di come è iniziata la mia passione per questo frutto.

Penso di non avere avuto ancora neppure 3 anni, quando in uno dei tanti rovesci della mia vita, mi sono ritrovata nella “ finca “ di mio nonno. Con i campesinos abbiamo percorso forse 2/3 mesi a raccogliere caffè; mi innamorai di tutto quello che facevamo nella piantagione: mi sembrava magico, e la notte restavo sveglia, perché durante la raccolta delle ciliegie, ne mangiavo alcune.

Purtroppo è stato un breve periodo: infatti dopo alcune vicissitudini di cui non vi parlerò perché ci vorrebbero 10000 pagine, mi sono dovuta allontanare da quella bellissima realtà.”

Gli anni sono passati, ma la mia passione è rimasta intatta

Continua Fatima: “Una delle tante cose che ho deciso di studiare è stata proprio la caffetteria, la ristorazione, per poter diventare barman, bartender. Nel mio Paese esiste un’istituzione che offre gratuitamente i corsi base per qualsiasi mestiere tu voglia intraprendere: li ho frequentati tutti, anche quella del cucito.

Sono arrivata nel 2001 in Italia per motivi di salute, e poi per le stesse ragioni ci sono rimasta: non era mai stato nei miei piani cambiare nazione e ancora meno vivere in un’altra terra, ma eccomi qua; nel 2005 ho comprato una piccola caffetteria situata in un luogo stupendo, Loro Ciufenna (AR), un paesino da poco più di 5000 abitanti. Il mio bar era di appena 40mq, ma mi ha dato tante soddisfazioni.

Nel 2013 nella mia caffetteria sono riuscita a inserire caffè 100% Arabico e via via singole origini e caffè specialty

Riuscendo a preparare la media di 5 kg solo di caffè specialty a settimana. Fino a quando, nel dicembre del 2016 ho ceduto l’attività, per dedicarmi alla mia formazione Sca. Gli obiettivi erano tanti: uno di questi era quello di avere una mia piantagione.

Per questo motivo ho deciso di tornare nel mio Paese e capire quale fosse la situazione: sono tornata indietro un po’ con l’amaro in bocca, perché mi sono resa conto che mi ero italianizzata, e che ero diventata una straniera nel suo proprio Paese.

Devo confessare che quella esperienza mi ha fatto capire quanto io ami l’Italia, e che ormai non posso immaginare la mia vita in un altro posto. ”

Fatima: “Posso assicurare che volere è potere”

“E che tutto quello che ho fatto e faccio, lo faccio da sola con la grinta, la voglia, la forza e lo spirito che mi danno i miei figli e sicuramente il mio vissuto. Uno dei tanti altri obiettivi era quello di diventare una Ast; in effetti, nonostante dal 2013 fossi diventata la personal trainer della caffetteria, continuavo a sentirmi che qualcosa ancora mancasse. Per questo motivo cercai di migliorare e arricchire le mie conoscenze.”

Obiettivo raggiunto nel 2018

Continua Fatima:”Altri obiettivi: avere la mia scuola, essere proprietaria de “Il5°elemento Fm trainer” Taller educativo, principalmente online. Infine, di questi tempi, sarebbe da rielaborare l’educazione a domicilio: questo tipo di formazione è stata la mia forza per un bel po’ d’anni, finché non è arrivata la pandemia. Che si è rivelata per me un’opportunità di lavoro della quale sto iniziando a raccogliere i primi frutti.

Un altro obiettivo è scrivere dei libri, presto sarà mettere in commercio il mio libro in due lingue : Italiano / Spagnolo. Quando credi nei sogni, questi finiscono per avverarsi.

Il caffè per me, è la mia Terra, le mie radici così come quella dei miei fratelli, sorelle, figli, padre, madre. E’ la vita per chi lo vive, lo lavora e lo gusta; è la faccia di milioni di famiglie, tra le quali bambini che lavorano e vivono di questo prodotto. E non voglio parlare dell’altro lato della medaglia, perché quella vorrei poter, insieme a tutti gli appassionati come me, combatterla.

Il caffè è un mondo meraviglioso che chi ha il piacere di conoscerlo non potrà più farne a meno, il caffè è la mia poesia, la mia vita.”

Fatima, ha trovato qualche difficoltà nel suo mestiere in quanto donna?

“Sinceramente si, soprattutto per il fatto di essere straniera, ma non me ne faccio un problema perché sono molto testarda, e tanto poi a decidere sono io. Quindi, se mi trovo davanti un uomo poco intelligente che mi fa delle proposte inadeguate, alla fine sono io che decido, e questa mia esperienza la do come messaggio a tutte le donne. Siamo noi che ci etichettiamo sta a noi dire si o no e darci il nostro valore.  Basta col dare sempre la colpa al genere maschile.

Noi donne siamo una forza della natura, in realtà non siamo quello che ci dipingono: la fragilità non è femmina, lo dimostriamo quando diamo la vita”

Qual è secondo lei uno dei maggiori pregiudizi che una donna nel suo ruolo deve scontare?

“L’ignoranza e la cattiveria che a volte fanno male, ma alla fine tutti abbiamo una coscienza, e in situazioni del genere bisogna metterla in moto.  Lo spiego così: la donna è madre, figlia, sorella, zia, cugina, casalinga, impiegata, artista, cantante, modello, musicista, narratrice, scrittrice. La donna è quello che vuole essere. ”

Che cosa si dovrebbe ancora fare per emancipare ulteriormente la donna nel suo settore?

“Io vivo in Italia e sinceramente penso che la donna in questo Paese sia rispettata, al di là di quello che fanno i maleducati ed è qualcosa che si trova in tutte le parti del mondo; siamo noi stesse che dobbiamo darci il valore che crediamo di avere, siamo noi a dover emanciparci. Alcune donne non si valorizzano, e questo non è colpa della emancipazione. Alcune confondono la libertà con la dissolutezza. ”

Che cosa direbbe alle giovani donne che vogliono fare il suo stesso mestiere?

“Se veramente amano questo mestiere, il motto è “vamos con todas”. Non devono risparmiarsi e devono invece mettere tutto l’amore e la voglia possibile.”

Che cosa avrebbe voluto avere a disposizione quando ha iniziato a lavorare in questo ambiente?

“Un padre una madre dei nonni.  Ma mi sento molto grata con i miei figli, che mi sostengono in tutto e le mie amiche Raffaella e Rupa che mi sopportano. ”

Le donne sono solidali nel settore, oppure c’è ancora molto da lavorare?

Conclude Fatima: “Purtroppo mi pesa dirlo, ma c’è molto da lavorare.”

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