domenica 22 Dicembre 2024
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Faq, Fipe: continuano le domande alla Federazione sull’ultimo Dpcm

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ROMA – Continua la lista delle Faq presentate dai numerosi attori dei pubblici esercizi, alla Federazione italiana pubblici esercizi. Gli aggiornamenti sono continui e le domande si moltiplicano.

Pubblichiamo e aggiorniamo a seguire le principali domane e risposte pervenute in questi giorni dal settore dei Pubblici Esercizi in federazione.

Faq area sindacale

Nel mio bar utilizzo personale assunto con contratto a chiamata.

Sto cercando di capire se il provvedimento approvato preveda una qualche forma di sostegno anche per questo tipo di contratto che, come ben sapete, nel campo turistico è molto usato.

RISPOSTA

Secondo le ultime misure tutti i lavoratori subordinati, compresi stagionali e lavoratori a chiamata sono ricompresi tra i beneficiari di FIS e CIGD senza il requisito delle 90 giornate.

Condizione necessaria è però che siano stati alle dipendenze dell’azienda al 23 febbraio 2020. Conferma di ciò arriverà con circolare INPS.

DOMANDA – AREA SINDACALE

Lo smaltimento delle ferie in caso di FIS o Cassa in Deroga deve avvenire prima di accedere all’ammortizzatore sociale?

RISPOSTA

I decreti della Presidenza del Consiglio dei giorni scorsi hanno raccomandato l’uso delle ferie e permessi per evitare spostamenti casa-lavoro e, quindi, limitare al massimo la diffusione del contagio. Ma non esiste una norma che imponga di fruirle prima di ricorrere alla cassa integrazione ordinaria o il FIS..

Anche la giurisprudenza è orientata in questo senso secondo un principio di solidarietà espresso dalla Costituzione «posporre sempre e comunque le esigenze di salvaguardia delle risorse pubbliche all’interesse dell’individuo”.

Si consiglia in ogni caso di far fruire quanto maturato al 31/12/19.

Diverso il discorso della cassa integrazione in deroga. Un decreto del ministero dell’Economia obbliga a consumare le ferie prima di accedere a questo ammortizzatore sociale. Un vincolo che può essere applicato oggi nelle realtà colpite dal coronavirus.

DOMANDA – AREA LEGALE

Buongiorno ho letto il vostro post, la mia attività è una pizzeria da asporto il mio codice ateco e 56.10.2 ma per il momento io su disposizione del mio sindaco posso rimanere aperto limitando il lavoro alla solo consegna a domicilio, voi che direttive avete?

RISPOSTA

Confermiamo che per l’attività citata in base al DPCM dello scorso 11 marzo è preclusa l’apertura al pubblico, ma consentito il delivery (cfr. Circolare 25/2020 del 13 marzo 2020) nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per il confezionamento che per il trasporto.

DOMANDA

Le pizzerie al taglio e le gastronomie vengono considerate come gelaterie e pasticcerie e quindi devono rimanere chiuse?

RISPOSTA

Secondo il DPCM 11 marzo rientrano tra le attività sospese, ma che possono fare delivery.

16/3/2020

DOMANDA – AREA SINDACALE

Vorrei gentilmente sapere se anche per i pubblici esercizi è stato sottoscritto un accordo sindacale standard (da compilare in relazione alle singole aziende) per l’erogazione degli ammortizzatori sociali causa COVID 19.

RISPOSTA

Stiamo valutando l’opportunità di un accordo. Prima dobbiamo avere un quadro legislativo compiuto (testo definitivo e pubblicazione in G.U.)

Per ulteriori aggiornamenti le consigliamo di consultare anche il nostro sito

DOMANDA – AREA LEGALE

Sono un associato di Tortona (AL).

Ho letto il Vostro articolo alla pagina https://www.fipe.it/igiene-e-sicurezza/news-igiene-e-sicurezza/item/6909-coronavirus-aggiornamenti-12-marzo-2020-sospesi-i-servizi-di-ristorazione-bar-pub-ristoranti-gelaterie-pasticcerie.html e Vi scrivo per chiederVi ragguagli relativamente alla possibilità di effettuare consegne a domicilio.

Io ho una gelateria/pasticceria artigianale di tipo take-away, senza licenza e senza tavolini; solitamente non effettuo consegne a domicilio, se non in rare circostanze all’interno della città, ma solo a titolo di favore per clienti in difficoltà.

DOMANDA

Essendo stato costretto a chiudere il negozio, mi sono informato sulla possibilità di effettuare, quanto meno, le consegne a domicilio e ne è emerso che i miei codici ateco (56.10.3 e 10.72) mi vedrebbero costretto alla chiusura totale, al pari di bar, pub, ecc… senza la possibilità di consegnare i miei prodotti direttamente al domicilio del cliente, come consentito invece ai ristoranti (o ad alcuni ristoranti).

Ho provato a contattare l’Asl – sez. igiene alimentare, ma non sono riuscito a prendere la linea, complice immagino l’emergenza sanitaria.

Ho effettuato delle ricerche su internet e quanto ho appreso sembrerebbe confermare quanto sopra, poiché i codici ateco cui verrebbe riconosciuta la possibilità di operare (a locale aperto o con consegne a domicilio) sembrerebbero iniziare praticamente tutti con il numero 47 (47.11.10, 47.11.20, 47.11.30, ecc).

Ho anche chiesto ad alcuni colleghi e di fatto, in città, pare che siamo tutti completamente fermi.

Voi avete qualche riferimento normativo o comunque qualche informazione utile a consentirmi di effettuare le consegne a domicilio?

RISPOSTA

Tra le attività sospese dal DPCM dello scorso 11 marzo vi sono quelle “dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie”), vale a dire tutte quelle ricomprese nel codice Ateco 56 che pertanto, fino al prossimo 25 marzo, avranno la possibilità di fornire la consegna a domicilio.

Se l’attività svolta risponde al codice Ateco 56.10.30 è quindi preclusa l’apertura al pubblico, ma consentito il delivery (cfr. Circolare 25/2020 del 13 marzo 2020) nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per il confezionamento che per il trasporto.

Per ulteriori aggiornamenti le consigliamo di consultare il nostro sito, dove pubblichiamo in tempo reale le risposte ufficiali fornite dalle Autorità competenti.

DOMANDA – AREA LEGALE

Ho una domanda lavoro un gelateria pasticceria che per ovvi motivi e chiusa. Come da decreto.visto che Io sono il contabile/amministrativo posso recarmi a lavoro ? Oppure. No ?

RISPOSTA

Trattandosi di un lavoro che può essere realizzato anche a distanza, sarebbe opportuno che limitasse al massimo i trasferimenti per recarsi a lavoro. D’altro canto, il DPCM dell’11 marzo 2020 raccomanda fortemente, nei casi in cui il lavoro non sia stato espressamente sospeso, di farlo a distanza (lavoro agile) e che eventuali spostamenti dovranno comunque essere giustificati nelle forme e modalità dell’autocertificazione la cui veridicità potrà essere oggetto di controlli da parte delle forze di polizia, anche successivi.

DOMANDA – AREA LEGALE

Salve, bar stazione di san pietro vernotico.. sono venute le forze dell’ordine e mi hanno insinuato di chiudere il bar perché la somministrazione di qualsiasi cosa è strettamente collegata ai viaggiatori in treno.. Essendo la nostra stazione centrale al paese vorrei sapere se, come dicono, è giusto visto che la circolare sia vostra e sia dello stato non specifica che i miei consumatori devono essere per forza viaggiatori.

RISPOSTA

C’è una disposizione da Roma che impone la chiusura della porta del buffet sul lato strada o lato piazza. Il buffet può essere aperto solo per dare un servizio ai viaggiatori e pertanto la porta che deve rimanere aperta è quella che si trova nella parte interna alla stazione, che si affaccia sulla biglietteria o sui binari.

DOMANDA – AREA LEGALE

PER LE ATTIVITA’ CHE DEVONO SOSPENDERE L’ATTIVITA’:

Possono effettuare lavori all’interno delle aziende (es. su magazzini, o per gestire il commercio online, o ancora per bar ed altri esercizi di somministrazione per recuperare la merce invenduta o presente nelle celle frigorifere). Se è possibile, è bene dotarsi di qualche avviso da esporre all’esterno con una dicitura specifica?

RISPOSTA

L’art.1 pto 2), stabilisce che fino al 25 marzo 2020, vi sia la chiusura al pubblico delle attività di ristorazione. Dunque, al fine di rispettare anche la ratio del DPCM dell’11 marzo 2020, per coloro che svolgono un lavoro che può essere realizzato anche a distanza, sarebbe opportuno limitare al massimo i trasferimenti per recarsi a lavoro.

Ciò premesso, stante l’assenza di uno specifico divieto, nei casi in cui si ravvisi la necessità di recarsi nell’esercizio per realizzare attività indispensabili (come rendicontazione merci deperibili, vendita online ecc.) che non può essere realizzata attraverso le forme del lavoro agile, si ricorda che eventuali spostamenti dovranno comunque essere giustificati nelle forme e modalità dell’autocertificazione la cui veridicità potrà essere oggetto di controlli da parte delle forze di polizia anche in periodi successivi. Non si ritiene necessario comunicare la suindicata necessità con una cartellonistica informativa specifica.

DOMANDA

E’ possibile estendere a queste attività il delivery? Se sì in che modalità deve essere effettuata?

RISPOSTA

L’art. 1 pto 2) del DPCM dell’11 marzo 2020 stabilisce espressamente che all’attività di ristorazione resta consentita la consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per il confezionamento che per il trasporto. E’ da ritenere che con tale espressione debba intendersi la categoria dei servizi rientranti nel codice ateco 56, in altri termini, possono fare consegne a domicilio bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie ecc.. L’elenco completo può consultarlo anche attraverso il nostro sito internet https://www.fipe.it/coronavirus-aggiornamenti/coronavirus-aggiornamenti-quotidiani che viene aggiornato in tempo reale sulle novità normative e sui chiarimenti forniti dalle Autorità competenti

L’attività di delivery può essere effettuata tramite terzi (con ad esempio piattaforma specializzata) oppure organizzazione autonoma da parte dell’esercente. In quest’ultimo caso l’azienda dovrà assicurare che siano rispettate le norme igienico sanitarie sia per il confezionamento che per il trasporto. Nel caso di consegna a domicilio tramite aziende terze, saranno queste a dover garantire all’esercente il rispetto delle prescrizioni di sicurezza igienico sanitarie da parte di chi effettivamente consegnerà il pasto.

DOMANDA – AREA LEGALE

Abbiamo ricevuto segnalazioni di Bar/Tabacchi che, pur avendo estromesso e chiuso l’area di somministrazione, sono stati “intimati” di chiudere l’attività. Ciò appare in discrasia con quanto previsto dal DPCM. Cosa possiamo comunicare a queste attività?

RISPOSTA

Il DPCM è chiaro nello stabilire che l’apertura al pubblico è consentita solo per la vendita di tabacchi e/o quotidiani, non anche per la somministrazione di alimenti e bevande. Nel caso di intimazione di chiusura, si consiglia di citare l’art. 1 p.to 1 del DPCM dell’11 marzo 2020 e di far notare che confermano questo orientamento anche le FAQ del Governo – sezione pubblici esercizi – consultabili al presente link http://www.governo.it/it/faq-iorestoacasa

13/3/2020

DOMANDA – AREA LEGALE

Sono un medico veterinario libero professionista e offro servizi di consulenza alle aziende alimentari in regione Campania. Vi volevo porre una domanda: il DPCM 12 marzo 2020 ha previsto per le attività di ristorazione e simili la possibilità di fare le consegne a domicilio. La Regione Campania ha emanato un’ordinanza, prima dell’entrata in vigore del DPCM 12 MARZO 2020, che vieta per tali attività le consegne a domicilio. La domanda è: possono le attività quali ristoranti, pizzerie, takeaway, pizzerie da asporto fare le consegne a domicilio in Regione Campania?

RISPOSTA

Come da lei correttamente rilevato l’art. 1 pto 2) del DPCM dell’11.03.20 stabilisce espressamente, con riferimento all’intero territorio nazionale, che alle attività di ristorazione è consentita esclusivamente la consegna a domicilio.

L’ordinanza della Regione Campania che sancisce il divieto da lei richiamato è del 12.03.20, dunque, successiva all’ultimo DPCM e, la restrizione da lei richiamata, sembra porsi all’interno dei limiti stabiliti dal provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri.

In altri termini, allo stato, Regione Campania sembra aver esercitato la facoltà prevista dall’art. 5, comma 3, del DPCM 8.03.20 (ancora vigente in quanto compatibile con le disposizioni del successivo Decreto) limitando ulteriormente – rispetto la normativa nazionale – lo svolgimento delle attività sopra evidenziate, non consentendo il delivery.

DOMANDA – AREA LEGALE

La contatto da Forlì avrei necessità di sapere se i Bar possono fare consegne a domicilio oppure è solo facoltà dei ristoranti???

RISPOSTA

L’art.1 pto 2) stabilisce espressamente che le attività di ristorazione possono svolgere il delivery, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie (sia per l’attività di confezionamento che quello di trasporto). E’ da ritenere che con tale espressione debba intendersi la categoria dei servizi rientranti nel codice ateco 56. in altri termini, possono fare consegne a domicilio bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie ecc.. L’elenco completo può consultarlo anche attraverso il nostro sito internet https://www.fipe.it/coronavirus-aggiornamenti/coronavirus-aggiornamenti-quotidiani che viene aggiornato in tempo reale sulle novità normative e sui chiarimenti forniti dalle Autorità competenti.

DOMANDA – AREA LEGALE

Buffet di stazione e rete autostradale, aeroportuale e ospedali c’è il DPCM

RISPOSTA

Ai sensi dell’art. 1 pto 2) del DPCM pubblicato ieri notte si prevede che restino aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Secondo il tenore letterale della disposizione, non essendo previsti espliciti limiti di orario, le suindicate attività devono restare aperte secondo il regime ordinario.

Il sito della Federazione, consultabile anche attraverso il seguente link https://www.fipe.it/, è aggiornato in tempo reale sulle novità normative e sui chiarimenti forniti dalle Autorità competenti.

DOMANDA – AREA LEGALE

La possibilità del servizio a domicilio è possibile anche per i bar che porterebbero colazioni e tramezzini per esempio? Nel decreto si parla di “sola ristorazione a domicilio” ma due frasi sopra tra parentesi nei “servizi di ristorazione” è citato anche il bar

RISPOSTA

Il dubbio è legittimo, tuttavia, poiché all’art.1 pto 2) stabilisce espressamente che tra le attività di ristorazione sono ricomprese quelle di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, è ragionevole ritenere che, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie (sia per l’attività di confezionamento che quello di trasporto) a queste sia consentito effettuare attività di delivery, senza limiti di orario.

DOMANDA

Bar adiacente alla stazione deve rimanere aperto?

RISPOSTA

Bar adiacente a stazione ferroviaria deve rimanere chiuso, mentre se posto all’interno della stessa resta aperto, garantendo nel servizio la distanza di sicurezza interpersonale di un metro (art. 1, pto2)

DOMANDA – AREA LEGALE

Con questo nuovo decreto i panifici con annesso la somministrazione di alimenti e bevande possono rimanere aperti?

RISPOSTA

I panifici sono aperti solo per la vendita come panifici, non possono fare somministrazione

10/3/2020 E DATE PRECEDENTI

DOMANDA

Ma si può effettuare la somministrazione al banco o è interdetta?

RISPOSTA

La somministrazione al banco non è interdetta. A prevedere l’obbligo di servizio al tavolo era una norma (applicabile ai soli territori della ex zona c.d. gialla) contenuta in un provvedimento non più in vigore (DPCM 4 marzo 2020, art. 2, comma 1, lett. h).

Attualmente bar e ristoranti di tutta Italia sono sottoposti ai seguenti obblighi:

predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro (a tal proposito può utilizzare il cartello reperibile al seguente https://www.fipe.it/igiene-e-sicurezza/news-igiene-e-sicurezza/item/download/2361_48a2e95e173ca76f0919555605960a66.html ) ;
di rispettare l’orario di apertura dalle ore 06,00 alle ore 18,00 (oltre tale orario è possibile unicamente effettuare consegne a domicilio – delivery).
Dunque, la somministrazione al bancone è consentita, a condizione che l’esercente adotti tutti gli accorgimenti necessari per far rispettare ai clienti la distanza di sicurezza di un metro.

DOMANDA

Consegna a domicilio anche per ristoranti, quindi non artigiani?

RISPOSTA

Con riferimento agli artigiani alimentari stiamo aspettando che il Governo chiarisca espressamente quali siano le misure di contenimento e prevenzione applicabili.

Al momento, una lettura testuale dei DPCM dell’8 e del 9 marzo 2020 non consente di ritenere che l’attività di consegna a domicilio sia preclusa a dette attività.

DOMANDA

Sono proprietario di un ristorante e pizzeria: dopo le ore 18 posso fare servizio per asporto (non a domicilio). Quindi viene il cliente a ritirare in osservanza delle misure di distanza , ecc.

La pizzeria al taglio dove è compresa? Se non fa servizio a domicilio.

RISPOSTA

Buongiorno, nelle FAQ ufficiali del Governo viene espressamente chiarito che oltre il limite orario delle 18.00 è consentita unicamente la consegna a domicilio (delivery), mentre nulla è stato detto con riferimento al servizio per asporto (take away) che, allo stato, non sembrerebbe consentito anche in considerazione del fatto che la ratio della disposizione è quella di vietare l’apertura al pubblico dopo le ore 18.00.

Per quel che riguarda le pizzerie al taglio, siamo in attesa che il Governo chiarisca espressamente quali misure di contenimento siano applicabili alle predette attività. Le consigliamo di consultare il nostro sito, dove pubblichiamo in tempo reale le risposte ufficiali fornite dalle Autorità competenti.

DOMANDA

Per le pizzerie c’è l’obbligo di chiudere alle 18.00? Dopo le 18.00 si può fare le consegna a domicilio?

RISPOSTA

Per i ristoranti – pizzerie sono previsti i seguenti obblighi:

predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro (a tal proposito può utilizzare il cartello reperibile al seguente link);
rispettare l’orario di apertura dalle ore 06,00 alle ore 18,00.
Con delle FAQ ufficiali, il Governo ha chiarito che oltre tale orario è possibile unicamente effettuare consegne a domicilio (delivery). Dovrà esser cura di chi organizza l’attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente ovvero una cd. piattaforma di delivery – evitare che il momento della consegna preveda contatti personali.

DOMANDA

Molte aziende associate (tipicamente pubblico esercizio di bar) ci chiedono se possono mantenere in funzione gli apparecchi da gioco (slot machine) presenti al loro interno.

Si precisa che tali attività non sono economicamente classificate come sale gioco.

RISPOSTA

Dalla lettura del dato normativo sembra ragionevole ritenere che gli apparecchi da gioco presenti all’interno dei pubblici esercizi possano rimanere attivi, pur dovendo, tuttavia, rispettare il duplice obbligo di cui all’art. 1, comma 1, lett. n) del DPCM dell’8 marzo 2020 (norma oggi valevole sull’intero territorio nazionale), pena la sospensione dell’attività. Ci si riferisce, in particolare:

alla necessità di rispettare l’orario di apertura dalle ore 06,00 alle ore 18,00;
all’obbligo di predisporre le condizioni per garantire la possibilità per gli avventori del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
DOMANDA

Stanno circolando informazioni discordanti sul discorso del metro di distanza da tenere nei locali pubblici. Con il decreto del 4 marzo è stato esteso a tutta Italia ? Possiamo accettare prenotazioni superiori a 2 persone, se allo stesso tavolo i commensali non rispettano il metro di distanza? Potreste per cortesia chiarire?

RISPOSTA

Attualmente, bar e ristoranti di tutta Italia sono sottoposti ai seguenti obblighi:

rispettare l’orario di apertura dalle ore 06,00 alle ore 18,00;
predisporre le condizioni per garantire la possibilità per gli avventori del rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Occorre quindi che l’esercente adotti tutti gli accorgimenti necessari (tra cui anche quello di distanziare i tavoli) per far rispettare ai clienti tale distanza (a tal proposito può utilizzare il cartello reperibile al seguente https://www.fipe.it/igiene-e-sicurezza/news-igiene-e-sicurezza/item/download/2361_48a2e95e173ca76f0919555605960a66.html) ;

Si ricorda che la violazione può comportare la sospensione dell’attività.

DOMANDA

Da titolare di attività di #bar e #ristorazione con 3 dipendenti, faccio un #appello a non so chi.

Fateci chiudere ufficialmente e aiutateci con delle misure serie!

Stare in questo limbo con orari limitati e pochi clienti da mantenere a distanza non serve a nessuno! E così non ce la facciamo.

Io ho chiuso a prescindere assumendomene rischi e responsabilità ma così non si può più andare avanti!

#iorestoacasa #coronavirus

RISPOSTA

Capiamo e condividiamo il suo appello. È quanto da giorni chiediamo alla politica in un quadro inedito e drammatico. Stiamo postando costantemente tutte le informazioni che abbiamo sui possibili aiuti, molte sono uscite oggi, vada sul ns sito o pagina facebook per essere costantemente aggiornato.

CIMBALI M2

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