di SARA STRIPPOLI*
TORINO – Fallimento, il caffè Platti abbassa le serrandeI clienti abituali, gli irriducibili del croissant e cappuccino che continuavano a frequentarlo nonostante si battessero i denti per il freddo perché il riscaldamento era spento, a causa delle bollette non pagate, si mettano il cuore in pace. Da questa mattina il Caffè Platti è chiuso.
Triste epilogo purtroppo annunciato di un’avventura all’italiana che ha tappe in un’assurda operazione a Zagabria, in reclutamenti di personaggi accusati di truffa, di vendite di quote non proprio trasparenti.
Lo ha deciso il Tribunale con una sentenza del giudice Ernesto Astuni. Il curatore fallimentare è il commercialista Luca Poma, finora commissario giudiziale chiamato a verificare se esistevano i presupposti per un concordato preventivo. Non è stato così, il Tribunale ha deciso per il fallimento e ora non resta che sperare che il locale storico datato 1875 amato dagli intellettuali sabaudi e dai giovani rampolli della borghesia cittadina fra cui il fondatore della Fiat Giovanni Agnelli, passi di mano al più presto.
Le notizie che trapelano da persone vicine alla proprietà dicono che i pretendenti ci sono, sono tanti e anche piuttosto importanti. L’auspicio è di poter riaprire al più presto, in tempo per mettere in vetrina coloratissime uova pasquali. Certo l’obiettivo più grande resta non perdere il treno di Expo 2015, che potrebbe garantire a Platti di tornare agli incassi dei tempi dorati, anche diecimila euro al giorno nei mesi invernali.
Da quando i dipendenti avevano denunciato stipendi non versati e azioni di mobbing da parte del nuovo amministratore della Platti s. r. l, la situazione era progressivamente peggiorata. Ed erano stati gli stessi dipendenti, 24 su 28, a presentare un’istanza collettiva di fallimento nel tentativo di creare le condizioni per una riapertura in acque più sicure.
Da agosto, e nei mesi successivi, quasi tutto il personale storico era andato via o era stato cacciato.
Un rapido declino. Dopo gli annunci altisonanti di una riorganizzazione che avrebbe portato ad una nuova vita, l’avvocato di Lecce con ambizioni nel mondo alla moda del food & beverage, aveva gettato la spugna.