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martedì 10 Settembre 2024
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Il Giro d’Italia nelle fotografie con Faema e Leica: la mostra che riprende i protagonisti di tutto lo Stivale nelle città e nelle province E nel 25 l’anniversario numero 80

Il sabato rosa del villaggio: Il Giro d'Italia e Faema in un progetto fotografico che in primo luogo rappresenta l'impegno dell'azienda a promuovere la cultura e l'arte. La fotografia come veicolo più efficace per raccontare l'impatto del passaggio del Giro d'Italia

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MILANO – In via Giuseppe Mengoni 4 angolo Piazza Duomo, proprio nel cuore del capoluogo lombardo, il Giro d’Italia è approdato nella mostra fotografica “Il sabato rosa del villaggio”. L’esposizione sarà aperta al pubblico gratuitamente dal 6 settembre sino al 10 di ottobre da lunedì a sabato (10-14, 15-19) presso la Leica Galerie Milano, e promossa da Faema con Cimbali Group.

La mostra, voluta da Faema e Leica, riunisce gli scatti realizzati da quattro autori sempre con gli obiettivi puntati su una competizione sportiva che ha avuto il pregio, sin dalla sua nascita, nel 1909, di unire tutto lo Stivale da Nord a Sud, dalle città ai piccoli Paesi di provincia, nell’unico gesto da tifosi. Perché il ciclismo è un rito, tra l’altro offerto gratuitamente, che tiene uniti. Proprio come quello dell’espresso, celebrato dalle macchine Faema durante le tappe della gara.

Ma chi sono gli occhi dietro le immagini che hanno immortalato questo evento che è ancor prima culturale che sportivo? Si tratta di Giuseppe Nucci e Piero Percoco, docenti della Leica Akademie Italy, insieme a Clara Vannucci e Vincenzo Noletto, fotografi Certified by Leica.

Giro d’Italia e Faema, i motori di una manifestazione su due ruote

Il focus della mostra sono soprattutto il pubblico, le persone, tutti mossi da un’unica e fortissima passione. La stessa che si è scoperta dalle foto appese ai muri di La Leica Galerie a Milano e che Maurizio Beucci, Senior Manager of the Global Leica Akademie, ha definito come “immagini non alla moda e che lavorano in un processo residuale” e che attraverso il colore rosa hanno attraversato tutto il Paese, dalla Lombardia all’Abruzzo, al Lazio, raggiungendo la Campania.

Vincenzo Noletto, Clara Vannucci, Piero Percoco e Giuseppe Nucci

Ma sentiamo il racconto della mostra e delle sue fotografie dalle voci dei protagonisti. “Ho cercato di riportare, insieme a tutti gli altri, e fotografare il Giro d’Italia nei luoghi dove è passato, senza mai scordare quello che c’è dietro le quinte – spiega Giuseppe Nucci -. Perché il Giro colora i luoghi, le persone: nei dettagli che chi segue la corsa in televisione non riesce spesso a cogliere. Più di tutto mi hanno colpito l’emozione e le attività che sono state organizzate per festeggiare il passaggio della corsa. Eventi che erano assurdi come il tango con i ballerini vestiti di rosa. E questo accade specialmente nei piccoli paesi, sui quali il Giro ha un’influenza ancora maggiore.

Ho cercato il ciclista, che non è facile da immortalare.

Il caffè poi è stato presente, come rito per gli italiani. E il rapporto con Faema è stato bellissimo, perché ci ha lasciati liberi di realizzare quello che avevamo in mente”.

Anche Piero Percocco e Clara Vannucci spiegano nel dettaglio come hanno raccontato il loro Giro d’Italia.

Spiega Piero Percoco: “Mi ha colpito moltissimo Foiano in provincia di Arezzo che era stata totalmente addobbata di particolari e oggetti rosa. È per questo che mi sono trovato più a mio agio in luoghi come questi, dove il Giro d’Italia è sempre più sentito.”

Infine Clara Vannucci che ha affrontato la grande sfida di Roma: “L’avevo presa un po’ sottogamba: la città è un osso duro già in condizioni normali. È con il Giro d’Italia diventa tutto più difficile. La capitale è una città nella quale è stato più difficile cogliere la reazione più intima della gente. Dall’altra è un posto di una bellezza unica di cui ho tentato di cogliere l’atmosfera. Naturalmente nell’altra tappa che ho seguito, una realtà più piccola, l’attesa del passaggio della gara e dei ciclisti si avvertiva molto di più. Qui mi ha colpito molto la giovialità delle persone, incuriosita dal lavorodel fotografo e molto disponibili.”

L’Italia del ciclismo e del caffè?

Clara Vannucci: “Non mi piace molto bere il caffè, ma ho colto dei momenti legati a questa bevanda e al suo consumo. Ho cercato di legarlo nel modo migliore manifestazione. L’espresso era sempre a portata di mano”.

Piero Percoco è di diversa opinione: “Bevo l’espresso, mi piace proprio gustarlo amaro, due al giorno sempre entro mezzogiorno.”

In chiusura, Vincenzo Noletto precisa: “Sono napoletano e non posso non essere un amante del caffè, fa parte del mio dna. Sono appassionato di sport ma non avevo mai seguito il ciclismo prima di questa esperienza: mi ha interessato cogliere la preparazione tecnica e atletica dei ciclisti. Mi è piaciuto molto vivere da vicino un evento così partecipato.

Sono stato presente alla tappa di Livigno (Sondrio) a fine maggio e ho trovato la neve: per un attimo ho pensato davvero di non farcela a portare a casa le foto, non ero minimamente preparato con le attrezzature. Non avevo neppure l’ombrello.

Poi improvvisamente ho individuato una signora, nelle avversità, ricoperta di giacche e cappotti, con un cappellino rosa acceso. Dopo aver scattato la foto intuitivamente, mi sono accorto della scritta sulla sua schiena, “Can do“, che io ho interpretato, ho sentito, come un messaggio diretto a me. Che ce la potevo fare.”

Il Giro d’Italia nelle parole di alcuni protagonisti

Alla presentazione di giovedì 5 settembre sono intervenuti Maurizio Cimbali, Presidente di Cimbali Group, Silvia Ruggiero, Head of Communication con Alessio Buccheri, Brand manager Faema assieme a Mauro Vegni, Direttore del Giro d’Italia che ha portato il campione Vincenzo Nibali e Maurizio Beucci, Head of Leica Akademie Italy.

Beucci, Senior Manager of the Global Leica Akademie ha posto l’accento ancora una volta sull’importanza del progetto attorno alla provincia, dei luoghi di spazio e di tempo da scoprire e raccontare, come la vita attorno ai bar, un luogo in cui tantissimi fotografi si incontrano per concludere contratti, attorno a un caffè e alle macchine dell’espresso. “La fotografia ha questo grande valore, ovvero mettere in risalto un altro punto di vista sulle persone, gli ambienti e i luoghi. Conoscerle quando si sta al bancone davanti a un caffè è un’altra questione, dove emergono gli istinti più naturali.”

Faema e Leica, Il sabato rosa del villaggio (foto concessa)

Silvia Ruggiero Head of Communication si inserisce: ““Faema è profondamente intrecciata con il mondo del ciclismo e con il Giro d’Italia: nel passato, attraverso la sponsorizzazione di una squadra di campioni, tra cui Eddy Merckx, Italo Zilioli e Vittorio Adorni, e negli ultimi tre anni come partner ufficiale della manifestazione. Questo forte legame ci ha consentito di connetterci con un vasto pubblico – dalle grandi città alle realtà più piccole – che vive la passione per la corsa rosa, spesso seguendo le tappe seduto ai tavolini dei bar, dove Faema è presente da quasi 80 anni.

Ci è sembrato quindi naturale voler immortalare quei momenti e abbiamo scelto ancora una volta la fotografia come linguaggio privilegiato per indagare l’umanità dei ciclisti e del pubblico che sogna con loro: scatti fotografici, creazioni intrise di emozione che hanno trasformato ogni momento di questo viaggio e persino il semplice gesto di preparare una tazza di caffè in un’opera d’arte.”

Sì perché la grande passione di Faema il ciclismo dal 2022 è espressa nella partnership con il Giro d’Italia. Nella mostra, i tre elementi uniti: Faema, ciclismo, fotografia.

Alessio Buccheri, Brand manager Faema si riferisce al Duomo, così vicino e parte integrante dello stesso logo Faema in passato: “Faema da quasi 80 anni è una protagonista del bar italiano, che con tutte le sue sfaccettature ha avuto un ruolo importante per il nostro Paese, dal punto di vista economico e sociale.

Faema protagonista anche di una grande istituzione italiana dello sport, il Giro d’Italia: quest’ultimo è gratuito e passa sotto casa degli spettatori, entrando nei meandri della nazione, dando l’opportunità anche alle comunità più piccole di essere per qualche attimo protagoniste della gara. Il Giro d’Italia è uno storyteller fenomenale e un collante in grado di celebrare queste realtà con Laica e quattro artisti eccezionali.”

La maglia rosa dell’ultimo Giro consegnata al Presidente Cavalier Maurizio Cimbali, dalle mani del fuoriclasse delle due ruote Vincenzo Nibali

Mauro Vegni, Maurizio Cimbali e Vincenzo Nibali nel momento della consegna della maglia

Non è mancato un premio per il patron della mostra e grade appassionato di ciclismo, il Cavalier Maurizio Cimbali: “Per me ricevere la maglia rosa dell’ultimo Giro è importantissimo, è un grande onore e piacere. E Vincenzo Nibali, che ringrazio, resterà nella storia per le sue caratteristiche umane: il suo coraggio, la sua aggressività e la sua tenacia.”

Ha poi spiegato Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia: “Questa è una mostra che esalta il valore della manifestazione. Che rappresenta nella comunità italiana qualcosa che va oltre lo sport, ma è più un tratto culturale, una festa della gente che vive nelle diverse tappe in maniera gratuita. Il Giro d’Italia è riuscito a unire pezzi d’Italia, facendo conoscere il Nord al Sud e viceversa.

Questo grazie alla televisione e poi alla fotografia, parte fondamentale di tutti gli sport.

Vincenzo Nibali ha poi portato in sala il suo entusiasmo: “Mi sembra di essere a casa. Sono nato da una famiglia in cui il lavoro era un laboratorio fotografico: so cosa significa costruire una foto, stamparla e conservarla, fatto che oggi generalmente si è un po’ perso. Poi naturalmente la bici, che era l’hobby di casa, quando con mio padre si andava insieme e poi ci si fermava al bar a prendere un caffè e una granita.

Il Giro d’Italia era il sogno da conquistare sin da bambino e mi ha dato grandi opportunità. E quando si entra nel cuore delle persone, si fa sempre qualcosa di bello e di grande.”

La mostra

Ma torniamo alla mostra vera e propria. Il sabato rosa del villaggio: Il Giro d’Italia e Faema sono stati abbinati in un progetto fotografico che in primo luogo rappresenta l’impegno dell’azienda di Binasco (Milano) a promuovere la cultura e l’arte. La fotografia come veicolo più efficace per raccontare l’impatto del passaggio del Giro d’Italia sugli italiani.

Nella volontà di immortalare i preparativi dell’attesa, il folclore, la passione delle persone.

Nel 2025 l’anniversario degli ottant’anni di Faema, fondata nel 1945

Incoraggiare la creatività è la mission di Faema. E questa mostra è soltanto l’inizio di una serie di iniziative in programma per il 2025 quando si festeggeranno gli ottant’anni del marchio Faema.

La collaborazione tra Faema e Leica Camera Italia

È un legame a doppio filo quello che unisce il mondo del caffè di Faema sia al mondo della bicicletta che a quello della Corsa Rosa. Un legame che ha ripreso vita nel 2022 con il ritorno del brand come partner ufficiale del Giro d’Italia: una collaborazione che ha riacceso negli animi degli appassionati quell’antico amore che va avanti dai primi anni ’50 del secolo scorso e che racconta oggi l’evoluzione di un brand straordinario, sempre al passo coi tempi, innovativo e all’avanguardia in grado di regalare ai consumatori di tutto il mondo una coffee experience unica.

Leica Camera Italia ha deciso di abbracciare questo progetto fotografico sul Giro d’Italia per celebrare la bellezza e la passione che caratterizzano sia il ciclismo che la fotografia.

Questa collaborazione con Faema unisce due marchi storici, ciascuno con una lunga tradizione di eccellenza e innovazione nei rispettivi campi. Il progetto mira a catturare l’essenza e l’emozione della competizione ciclistica più amata d’Italia, raccontando storie uniche attraverso l’unicità degli obiettivi Leica.

Un’opportunità per esplorare nuove prospettive visive e creare un legame ancora più forte tra la cultura sportiva e l’arte fotografica.

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