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giovedì 21 Novembre 2024
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Caffè e ciclismo: 2 passioni che uniscono l’Italia

Un amore ritrovato, un amore mai perso quello del ciclismo ai massimi livelli e la Faema, un segno de tempi, un'evoluzione continua che è proseguita a distanza e che ora si ritrova all'ombra del Giro d'Italia, la manifestazione su ruote più amata dagli Italiani

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BINASCO (Milano) – Nulla come lo sport, soprattutto se si tratta di una disciplina popolare come è il ciclismo, può suscitare immagini e sentimenti. Può riuscire ad unire attorno ad uno stesso microfono, ad una sponsorizzazione, passato, presente e futuro. Del ciclismo e delle macchine per l’espresso.

Due ruote e una tazzina, due passioni degli italiani che uniscono questo paese come poche altre cose. Un filo rosso lega questi due mondi. E al Mumac la presentazione dell’accordo di sponsorizzazione triennale tra Faema e Giro d’Italia ne è stata la rappresentazione migliore, carica di significati: sportivi e tecnici.

Sì perché al Mumac, dove da 10 anni il passato è anche presente e futuro, è venuta a galla la narrazione, copyright Enrico Bracesco, dello strettissimo rapporto con l’evoluzione tecnica delle macchine per il caffè e delle biciclette. Oltre all’attrezzatura per i ciclisti.

Non sono mancati i momenti di grande commozione in questo incontro, un ritorno ad un passato ancora piuttosto presente.

E, soprattutto, futuro.

Faema torna a muoversi in bici verso il futuro

Con un’eccezione formidabile: l’icona E61 “che era regina negli anni ’60 e resta ancora oggi uno dei modelli più richiesti e che continuiamo a produrre”, come ha chiarito il Cavalier Maurizio Cimbali grande appassionato di sport. I campioni non stancano mai.

Così mentre le biciclette scoprivano il carbonio e le leghe leggere, le macchine per il caffè sposavano l’elettronica e la connessione in rete per la gestione predittiva dei guasti. Un’evoluzione in parallelo, con al centro i corridori e i baristi.

Un amore ritrovato, anzi, mai perso, quello tra il ciclismo ai massimi livelli e la Faema, un segno de tempi, uno sviluppo continuo che è proseguito a distanza e che ora si ritrova all’ombra del Giro d’Italia, la manifestazione su ruote più amata dagli Italiani. E da quasi 800 milioni di telespettatori in 200 Paesi di tutto il mondo.

Una scelta carica di significati, difficili anche da raccontare tutti insieme in un unico evento, questa del Giro d’Italia. Perché dagli anni ’70 la Faema non ha più sponsorizzato alcuno sport e oggi ritorna in quello che aveva dominato per anni con le vittorie del Giro nel 1956 e quelle a squadre, sempre nel Giro, nel ’61 e 62. Poi la vittoria, in coabitazione con il marchio di biciclette Bianchi, nel 1978.

Infine un abbinamento di brand che è uscito ieri nel corso della presentazione, copyright Marino Vigna. Perché nel triennio 1968-1970 la squadra Faema divenne Faemino dal nome del caffè espresso liofilizzato prodotto dalla stessa Faema.

E qui, quasi una battuta, il gemellaggio tra Faemino e Faemina, l’ultima nata di casa Faema destinato all’uso casalingo, nei ristoranti e negli hotel. Si, perché nell’interpretazione del vecchio campione Faemina è diventata la figlia di Faemino. Il passato che diventa presente e guarda al futuro.

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