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giovedì 21 Novembre 2024
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Fabio Frontani, presidente Caic: “Gli associati avranno gratis pareri extra-arbitrali sulle transazioni del verde”

Il presidente: "Oggi abbiamo un centinaio di soci italiani e non, ma, considerato che in Italia ci sono un migliaio di aziende che operano nel settore del caffè, ci farebbe piacere avere un numero di soci molto più ampio e invitiamo quindi chi ancora non lo ha fatto, a valutare l’opportunità di associarsi alla Caic. Con una cifra davvero modesta (euro 250 e 120 annui rispettivamente per aziende con fatturato superiore o inferiore ai 5mio euro) la Caic offre la possibilità di godere di molti utili servizi e di entrare a far parte del gruppo delle tante e importanti aziende che già si sono associate"

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MILANO – Tra i tanti primati che il settore italiano del caffè può vantare, c’è anche la presenza di una Camera arbitrale ufficialmente abilitata a dirimere su contenziosi che riguardano contratti di compravendita del nostro prodotto. La Camera arbitrale italiana del caffè (Caic) è una organizzazione senza scopo di lucro ed è stata fondata a Genova nel 1933 dove ha tutt’ora sede presso la locale Camera di commercio. Abbiamo intervistato Fabio Frontani, che dal 2019 ricopre la carica di presidente.

Frontani, cosa è una Camera arbitrale e di cosa si occupa?

“Le transazioni di caffè verde sono regolate da contratti standard (il Contratto europeo per la merce di origine e il Contratto nazionale per i caffè sdoganati) che prevedono sempre una clausola arbitrale.

Ciò significa che qualsiasi litigio per difformità di qualità o di principio, viene discusso e affrontato presso la sede di una Camera arbitrale che è demandata a dirimere su tali problematiche.

Il giudizio della Camera arbitrale, altresì detto “lodo”, produce gli effetti di una sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria. Questo spiega il ruolo rilevante che compete ad una Camera arbitrale e l’importanza per gli operatori di conoscere le procedure indicate dai contratti standard che regolano gli arbitrati.”

In Italia abbiamo una Camera arbitrale di cui lei è presidente…

“Esattamente. Si tratta della Camera arbitrale italiana del caffè (Caic) che assieme a quelle di Londra e Amburgo, è una delle ultime 3 Camere presenti e attive in tutta Europa. Nel tempo la Camera italiana non era più di fatto operativa, ma nel 2019 il nuovo Consiglio direttivo ha deciso di impegnarsi per rivitalizzare questa organizzazione con tutta una serie di interventi a livello di governance e di operatività.

E’ stato quindi attuato un profondo processo rinnovativo e oggi la Caic è un’organizzazione moderna, efficiente e in grado di offrire ai propri associati importanti servizi che vanno al di là della pura e semplice attività legata alle procedure arbitrali.

Purtroppo la pandemia ha rallentato i nostri programmi, ma contiamo a breve di riuscire a recuperare il terreno perduto ed a raggiungere gli ambiziosi obbiettivi che ci eravamo posti.”

Quali sono i servizi che offrite ai vostri associati?

“Al di la dello scopo istituzionale che è quello di gestire gli Arbitrati relativi ai contratti di caffè verde, abbiamo deciso di introdurre un importante servizio che abbiamo chiamato Expertise.  Attraverso tale servizio – che ha riscosso un immediato successo – le aziende associate possono infatti avere accesso all’organizzazione della Caic e ricevere gratuitamente pareri extra-arbitrali estremamente qualificati al riguardo di problematiche relative a qualità e/o principio.

Inoltre gli associati Caic possono contare su un panel di esperti (un avvocato marittimista, un avvocato esperto in procedure arbitrali, due periti merceologici, un commissario di avaria e un esperto in problematiche dei processi di torrefazione) ai quali si possono rivolgere in caso di necessità. Abbiamo inoltre altre iniziative alle quali stiamo lavorando e una è venuta alla luce proprio in questi giorni.”

Di che si tratta?

“Abbiamo appena pubblicato un libro che riteniamo sarà molto utile e che pensiamo riscuoterà quindi un forte interesse da parte di tutti gli operatori.

Trattasi di una pubblicazione che racchiude il testo in inglese del Contratto europeo del caffè, la traduzione ufficiale dello stesso in italiano, il Contratto nazionale per i caffè sdoganati, gli Incoterms di riferimento e infine le tavole complete dei difetti del NY Stock Exchange e delle principali Origini.

Tale pubblicazione sarà inviata nei prossimi giorni a tutti gli associati che la riceveranno gratuitamente e potranno quindi contare su un utilissimo strumento di lavoro.”

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La pubblicazione che racchiude il testo in inglese del Contratto Europeo del Caffè, la traduzione ufficiale dello stesso in italiano, il Contratto Nazionale per i caffè sdoganati, gli Incoterms di riferimento e infine le tavole complete dei difetti del NY Stock Exchange e delle principali Origini (immagine concessa)

La qualifica di Arbitro è una carica che comporta responsabilità ma anche grande prestigio. Come si può diventare arbitro della Caic?

“Ci siamo dati regole molto stringenti e abbiamo deciso di attuare una ferma selezione. Infatti per diventare arbitro Caic è necessario superare un esame tenuto da un’apposita commissione valutativa. Gli arbitri Caic sono quindi professionisti estremamente qualificati e sono ben lieti di mettere le loro competenze al servizio delle aziende associate.”

Avete esami prossimamente in programma?

“Abbiamo in programma due sessioni per poter accedere alla qualifica di arbitro:

  • Arbitri di qualità: mercoledì 23 e giovedì 24 novembre presso il laboratorio di Lavazza a Torino
  • Arbitri di principio: mercoledì 23 novembre a Genova presso la locale Camera di Commercio

Tutte le aziende associate in regola col pagamento della quota annuale possono iscrivere i loro candidati. Per maggiori informazioni e per le iscrizioni visitare il nostro sito qui.”

Cosa deve fare un’azienda per associarsi alla Caic?

“Tutte le società che operano nel settore del caffè possono iscriversi alla Caic in qualità di soci.

Oggi abbiamo un centinaio di soci italiani e non, ma, considerato che in Italia ci sono un migliaio di aziende che operano nel settore del caffè, ci farebbe piacere avere un numero di soci molto più ampio e invitiamo quindi chi ancora non lo ha fatto, a valutare l’opportunità di associarsi alla Caic.

Con una cifra davvero modesta (euro 250 e 120 annui rispettivamente per aziende con fatturato superiore o inferiore ai 5mio euro) la Caic offre la possibilità di godere di molti utili servizi e di entrare a far parte del gruppo delle tante e importanti aziende che già si sono associate.”

La scheda sintetica della Camera arbitrale italiana del caffè

La Camera arbitrale italiana del caffè (Caic) è stata fondata a Genova nel 1933 quale emanazione della locale Borsa Merci.

Nel secondo dopoguerra però l’operatività cessa fino al marzo del 1978 quando tale organizzazione viene rifondata in seno all’Associazione caffè droghe e coloniali.

Infine, nel settembre del 1997 la Caic assume l’attuale connotazione e viene domiciliata presso la Camera di commercio di Genova, dove risiede tutt’ora.

Negli anni 80/90 erano operative in Europa ben otto Camere arbitrali con competenze specifiche sul commercio del caffè. Oggi la Caic, con quelle di Londra e Amburgo, è una delle ultime tre ancora attive nel nostro continente. Per maggiori informazioni cliccare qui.

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