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venerdì 22 Novembre 2024
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Ecco Fabio Dotti adesso l’assaggiatore più veloce e preciso d’Italia: “Mi sono allenato così e ora voglio il Mondiale”

Il neo campione nazionale: "Mi sono allenato in torrefazione Agust i 10 giorni prima, replicando la routine del mondiale. Ho risvegliato i sensi, assaggiando compulsivamente diversi caffè, cercando di abbinarne di molto simili tra loro"

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MILANO – Fabio Dotti per la seconda volta consecutiva è salito sulla pedana del Sigep e ha conquistato il titolo nazionale di cup tasters. Con un palato super allenato a distinguere le più piccole variazioni all’interno di 8 triplette messe di fronte a lui, ad una velocità che gli altri non hanno saputo seguire. E siccome recita il detto, non c’è due senza tre, ora non resta che prepararsi per la fase del mondiale di Varsavia. Ma prima, abbiamo parlato con lui della sua recentissima vittoria.

Dotti, com’è vincere due volte di fila il campionato nazionale?

“E’ davvero soddisfacente. È una riconferma. Questa seconda volta l’ho vissuta con una tensione maggiore rispetto alla prima, perché sentivo in qualche modo di dover dimostrare che il titolo conquistato non era stato un caso. Ora che sono riuscito di nuovo a coronare questo sogno, direi che posso sentirmi gratificato. È la prova che il lavoro compiuto è stato valido.

Detto molto onestamente, per questa gara non ho avuto molto tempo da dedicare. Mi sono allenato in torrefazione Agust a Brescia i 10 giorni prima, replicando la routine del mondiale. Ho risvegliato i sensi, assaggiando compulsivamente diversi caffè, cercando di abbinarne di molto simili tra loro. Ho selezionato pochi caffè e basato gli allenamenti studiando sulle brew ratio differenti. Ho cercato di stressare il mio palato per riuscire a percepire le micro sfumature.

Sono riuscito a completare la prova in 3 minuti e 37, individuando 8 tazze su 8. Quattro concorrenti ne hanno individuate 5 su 8, uno invece solo 2 tazze su 8, ma nonostante i risultati voglio complimentarmi con loro perché mi han fatto sudare fino all’ultimo. In finale non c’è stato problema, in semifinale ho sbagliato una tazza. “

Si può dire che ha vinto contro sé stesso in pratica: il “giudice” della gara è stato Fabio Dotti

“Questa disciplina non prevede una giuria qualificata che valuta le performance dei partecipanti. È una sfida oggettiva in cui bisogna dimostrare di aver competenza nell’assaggio. In ogni tripletta, due tazze contengono lo stesso caffè, l’altra tazza un caffè diverso. Vince chi indovina il maggior numero di tazze differenti, contrassegnate da un bollino, nel minor tempo possibile, in un massimo di 8 minuti. Il fascino di questa gara è che ti permette di comprendere in pochi minuti la differenza che può esistere tra un caffè e l’altro e ci si rende conto quanto questo chicco può regalare a livello sensoriale ed emozionale.”

Prossimo step, diventare il prossimo Charlie Chu

“Ho visto gareggiare Charlie con i miei occhi e sembra esser dotato di capacità aliene. Dimostra di avere delle competenze e delle abilità uniche, con un palato che percepisce in modo rapidissimo. Avrei avuto il piacere di confrontarmi con lui in pedana, per rendermi conto di alcuni suoi accorgimenti durante l’assaggio e comprendere alcune sue tecniche. “

E quindi ora il mondiale?

“Il World of Coffee a Varsavia mi aspetta, se non viene spostata la data da giugno per colpa del conflitto ucraino. Naturalmente penso di prepararmi con una maggiore consapevolezza e impostando la sessione di allenamento con più prospettiva. Ricordando la lezione degli scorsi mondiali e il livello dei partecipanti, la complessità delle tazze che posso trovare. Sarà un’altra chiave di lettura per rendere la prova all’altezza della competizione. Questo sarà il mio terzo mondiale del caffè. Seconda volta come cup tasters.”

Come ha trovato l’atmosfera dopo due anni di fermo?

“C’era tanta voglia di rivedersi, di riabbracciarsi, e questo ha in qualche modo influito positivamente su tutto durante la competizione. C’era serenità e anche euforia: serviva un’aria di ottimismo nonostante ancora non sia finito nulla e il Covid abbia lasciato il passo alla guerra.”

Che cosa aspetta adesso Fabio Dotti?

“Riposo, ma non tanto, perché giugno è dietro l’angolo. Già da ora bisogna entrare nel mood del mondiale. Poi da un mese è uscito il mio nuovo gin, e ci sarà anche questo progetto come impegno da sviluppare. Infine, formazione a più non posso. Si ritornerà a viaggiare.”

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