TORINO – Sarà il destino nel nome del locale o, più semplicemente, il fatto che “quando abitavo a Torino quello era diventato il caffè sotto casa”. Sta di fatto che Roberto Tricarico (foto), già assessore alla casa con Chiamparino sindaco, poi esiliato a Roma dalle faide interne del Pd e ancora diventato capo di gabinetto del sindaco della capitale nell’effimera stagione di Ignazio Marino, oggi è diventato barista.
Proprietario ma anche uomo di fatica, dietro il bancone del “bar Roberto”, in via della Consolata angolo via Garibaldi.
Come si passa da potente consigliere del primo cittadino d’Italia a sorridente distributore di cappuccini alla folla dello shopping? “Non è una fuga, è un ritorno”.
Tricarico racconta di “quando ero un ragazzo e aiutavo mio padre dietro il bancone del bar di famiglia in via Borgaro, davanti alle ferriere.
Facevamo i turni come gli operai: 5,15 del mattino a distribuire grappe e sambuche, il modo con cui le tute blu si facevano coraggio prima di entrare all’altoforno. Il primo caffè lo facevamo due ore dopo l’apertura, alle 7.30”.
L’ex assessore promette che presto il bar, di cui è socio insieme con Roberto Amore, verrà ristrutturato “per consentire di tenere qui anche presentazioni di libri, appuntamenti di dibattito, iniziative culturali”.
Una delle prime iniziative sarà la vendita del libro-intervista di Mario Missiroli, l’ultima intervista rilasciata dal maestro: “Non siamo particolarmente affezionati ai superalcolici – premette l’ex esponente dei Verdi torinesi – ma in quella occasione dovremo inevitabilmente offrire Ballantines, il whisky preferito dal regista”.
Naturalmente la tentazione è quella di aprire con Tricarico una bella discussione di politica: sui tormenti del Pd uscito sconfitto dal referendum, ma soprattutto sulla triste parabola di Virginia Raggi, terremotata dalle inchieste giudiziarie e finita commissariata da Grillo per vicende molto più gravi dello scontrino che causò le dimissioni di Marino.
“Con la fine della giunta Marino ho concluso, almeno per ora, la mia parabola politica”, spiega Tricarico. E si volta verso la macchina del caffè per riempire il contenitore della polvere, agganciarlo solidamente alla bocchetta e schiacciare il tasto che fa scendere la crema.
Ma insomma, come commenta la vicenda del Campidoglio?
Il barista sorride, con il sorriso di Cincinnato che vanga nel campo. Indifferente alle traversie di Roma.