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martedì 05 Novembre 2024
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Export vietnamita al rallentatore (-36%) nei primi sei mesi del 2015

Secondo un sondaggio di Bloomberg, oltre un quarto del raccolto giace ancora nei magazzini

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Nel suo ultimo report mensile, gli esperti dell’Ico si chiedevano se il forte calo delle esportazioni vietnamite (-36% nei primi sei mesi del 2015 secondo l’Ufficio nazionale di statistica) sia stato dovuto alla minore produzione o all’accumularsi delle scorte.

Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: la risposta corretta è la seconda. Questo almeno il responso del consueto mini-sondaggio condotto da Bloomberg presso 8 trader internazionali. La media delle risposte dà come risultato un livello degli stock invenduti pari a 440.000 tonnellate (7,33 milioni di sacchi) ossia il 28% del raccolto stimato per quest’anno dai soggetti intervistati, contro 250.000 tonn alla stessa data dell’anno scorso.

A motivare tale comportamento, l’andamento dei prezzi, che i produttori del paese asiatico considerano tuttora troppo bassi. Il mini rally londinese di giugno ha contribuito a far risalire i prezzi interni, che hanno toccato un picco di 39.000 dong/kg il 25 giugno: si è trattato del livello massimo degli ultimi due mesi.

La parziale ripresa ha indotto qualche vendita, ma non ha prodotto un’effettiva inversione di tendenza. E le ultime due settimane hanno visto nuovi ribassi: giovedì scorso, il chilogrammo di caffè robusta veniva pagato nel Daklak 36.900 dong, contro i 37.800 di 7 giorni prima.

Come osservato più volte è necessario che i prezzi raggiungano almeno i 40.000 dong, perché i produttori siano realmente motivati a vendere.

Nel frattempo – come ugualmente già scritto – luglio ha visto una ripresa delle precipitazioni, nonostante il rafforzarsi del fenomeno El Niño, migliorando le prospettive produttive. E c’è chi ritiene ora (forse peccando di ottimismo eccessivo), che il raccolto 2015/16 potrebbe avvicinarsi addirittura a quello record di due anni fa.

Come osservava nei giorni scorsi, Phan Hung Anh – vice direttore di Anh Minh Co., massimo esportatore privato del Vietnam – accumulare gli stock è “un’arma a doppio taglio: certo i prezzi possono salire.

Ma se i compratori cominciano ad approvvigionarsi altrove, riconquistare in seguito le quote di mercato perse potrebbe rivelarsi difficile”.

I dati sull’export mondiale dimostrano sin d’ora come i minori flussi dal Vietnam siano stati compensati, almeno in parte, da un forte incremento degli imbarchi di altri paesi. A cominciare dal Brasile, che ha esportato, negli ultimi 12 mesi, oltre 4,5 milioni di caffè conillon, forte del raccolto record dell’anno scorso.

In consistente crescita anche l’export di robusta dall’Indonesia, che secondo dati governativi è stato, negli ultimi 3 mesi, di 59.590 tonn (quasi un milione di sacchi), pari a un incremento a volume del 52% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

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