MILANO – Stabile l’export mondiale di caffè: secondo i dati Ico, relativi al mese di agosto, le esportazioni mondiali sono state inferiori di circa 10 mila sacchi a quelle dello stesso mese dell’anno scorso attestandosi a 10.117.010 sacchi (-0,1%). Notevoli invece le variazioni sul piano dei dati disaggregati per tipologia. Si registra infatti un forte calo dei brasiliani naturali (-19,4%).
In forte ripresa invece gli altri dolci (+27,5%), grazie soprattutto ai produttori centro americani. Aumentano i volumi anche dei colombiani dolci (+1,8%) e dei robusta (+3,6%).
La situazione sopra delineata si riflette nei dati relativi ai singoli paesi, che vedono una forte flessione del Brasile (-25,3%), che scende a 2.671.234 sacchi, contro gli oltre 3 milioni e mezzo di un anno fa.
Si risolleva parzialmente il Vietnam, che ha esportato ad agosto 1.886.700 sacchi, con un incremento del 14,3%. Positivo anche l’andamento della Colombia, con 1.139.853 sacchi esportati (+2%). Frena ancora l’export dell’Indonesia, che si ferma a 537.731 sacchi (-28,9%).
In forte ripresa invece gli imbarchi dell’India, che risalgono a 605.706 sacchi (+48,5%).
Volano le esportazioni dell’Honduras (+127,7%), che raggiungono i 418.075 sacchi. Molto positiva anche la performance degli altri paesi del centro America, in particolar modo Guatemala (+91%) e Nicaragua (+84,6%).
Infine, l’export dell’Uganda raggiunge un nuovo livello record di 700.990 sacchi (+34,9%).
I dati relativi ai primi 11 mesi dell’annata caffearia 2020/21 consentono di ricomporre meglio il quadro d’assieme.
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