MILANO – Export di caffè al traino del Brasile: il primo produttore mondiale continua a inondare il mercato con i chicchi del raccolto record dell’anno scorso contribuendo in modo decisivo a far risalire le esportazioni, in crescita anche a dicembre. Secondo i dati Ico, diffusi lunedì 1° febbraio, l’export dell’ultimo mese dell’anno ha segnato un +1,5% rispetto a dicembre 2020 raggiungendo i 10,97 milioni di sacchi. Le esportazioni di arabica registrano un +14,8% e superano di poco i 7 milioni di sacchi.
L’incremento va ascritto interamente ai brasiliani naturali (+42,6%), dal momento che i volumi di colombiani dolci e altri dolci sono in calo rispettivamente del 3,4% e del 16%.
Male anche le esportazioni di robusta, che scendono sotto i 4 milioni di sacchi (-15,9%).
L’export del Brasile vola a 4,26 milioni di sacchi (+38,6%). Nuovo scivolone del Vietnam (-25,5%), con appena 2,3 milioni di sacchi imbarcati a dicembre.
In calo anche la Colombia (-5,6%), mentre continua invece il trend positivo dell’Indonesia (+29,4%). Ancora in flessione l’India (-15,1%).
Rimane pesante la situazione in America centrale, dove il passaggio degli uragani Eta e Iota ha esacerbato le difficoltà già presenti in quest’area. Il bilancio più negativo si registra in Honduras (-40,4%), ma arretrano anche Guatemala (-3.6%) e Nicaragua (22,6%).
Sempre positivo, al contrario, l’andamento dell’export del Messico (+12,6%). Rimanendo in America latina va osservata infine la forte flessione del Perù (-27,1%).
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.