MILANO – Il calo dei prezzi e i contraccolpi dell’epidemia di ruggine del caffè si sono ripercossi, nei primi 4 mesi del 2013, sull’ export messicano di caffè. Un settore che ha perso un quarto del proprio valore (-24,9%). Soprattutto rispetto al pari periodo dello scorso totalizzando 220,9 milioni di dollari. Contro i 294,2 del 2012, secondo dati diffusi in questi giorni dal Banco de México.
Export messicano: alcuni dati relativi alla produzione
Nello stesso arco temporale, la produzione di caffè ha raggiunto un valore di 5,416 miliardi di pesos (296,6 milioni di euro). Con un calo sull’anno del 12%.
Almeno stando alle stime dell’Istituto nazionale di statistica e geografia (Inegi).
Ancora sull’export messicano
Le vendite all’estero del principale caffè da esportazione (“tipo oro lavato”) sono state pari a 19.064 tonn. Per un valore di 873,6 milioni di pesos (51,4 milioni di euro). Con inoltre una flessione del 35,6% a volume e del 41% a valore rispetto al primo quadrimestre del 2012.
In crescita, invece, la produzione di caffè solubile
Questa ha infatti raggiunto, sempre nel periodo gennaio-aprile, un valore di 2,2527 miliardi di pesos (132,5 milioni di euro). Con un miglioramento dell’8,7% rispetto al risultato ottenuto l’anno scorso.
Sempre più pressante l’allarme roya. La contaminazione di centinaia di migliaia di ettari di piantagioni potrebbe mettere a rischio, nel medio lungo-termine, l’intero settore del caffè. Così sostiene il Consiglio messicano delle organizzazioni dei produttori di caffè.
L’organismo denuncia, in particolare, l’assenza di una profilassi fitosanitaria adeguata sul caffè importato da altri paesi.