MILANO – Export brasiliano in ripresa rispetto a gennaio, ma sempre in calo rispetto all’anno scorso: secondo i dati Cecafé, le esportazioni di caffè in tutte le forme del Brasile sono state pari, a febbraio, a 3.440.963 sacchi. Una flessione del 13,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Ma un incremento dell’1,6% rispetto a gennaio di quest’anno. Il dato soprattutto è superiore alla media storica di febbraio dei 4 anni precedenti, pari a 3,27 milioni di sacchi circa.
Secondo il presidente di Cecafé Nicolas Rueda, lo scenario logistico è in parte migliorato contribuendo ai buoni risultati del mese scorso. “
Ma rimaniamo sempre lontani dalla normalità” osserva Rueda “con una situazione di forte instabilità, dove si alternano settimane buone e meno buone, poiché la disponibilità di container e spazi a bordo non basta a smaltire tutti i volumi destinati all’export giacenti nei porti”.
Tornando al mese di febbraio, l’export di caffè verde è stato pari a 3.146.250 sacchi, in calo del 14,3% rispetto a febbraio 2021. Ben 3.016.441 sacchi sono costituiti da arabica (-10,2%).
Sempre in fortissimo calo (-58,6%) i robusta, ai minimi degli ultimi 3 anni per questo mese. Le esportazioni di caffè trasformato, pari a 294.713 sacchi (-5,4%), sono costituite in massima parte da solubile (-5,5%).
L’export brasiliano dei primi 2 mesi dell’anno raggiunge il livello, comunque ragguardevole, di 6.829.317 sacchi (-10,6%).
I volumi di caffè verde scendono a 6.211.477 sacchi (-11,9%), di cui 5.984.937 (-7,9%) di arabica e 226.540 (-59,2%) di robusta. Crescono invece del 4,9% le esportazioni di caffè trasformato.
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