MILANO – La parziale ripresa delle esportazioni di arabica non basta a far ripartire l’export brasiliano, che rimane inferiore a quello dell’anno scorso. Secondo i dati Cecafé, l’export di caffè in tutte le forme del Brasile ha segnato il passo (-2,5%) anche ad agosto fermandosi a 2.761.643 sacchi. Al di sotto dei volumi dell’anno scorso e lontanissimo dagli oltre 3 milioni e mezzo registrati ad agosto 2020.
L’export di caffè verde è in flessione dell’1,2%, a 2.442.297 sacchi.
Cresce del 10,6% l’export di arabica, che risale a 2.353.053 sacchi. Ma crolla (-74,2%) quello di robusta, che si ferma a 89.244 sacchi, nonostante un raccolto di conillon su livelli record.
Calo in doppia cifra (-11,1%) pure per le esportazioni di caffè trasformato, che si attestano a 319.346 sacchi, in massima parte di solubile.
Inferiore a quello dell’anno scorso (-5,3%) anche l’export dei primi 8 mesi, che scende a 25.275.637 sacchi, il livello minimo dal 2018.
In fortissima crescita (+61,4%), in compenso, il fatturato, che supera i 5,9 miliardi di dollari ed è ormai vicino a quello dell’intero 2021.
I volumi di caffè verde sono in calo del 5,7%, a 22.739.900 sacchi, di cui 21.707.220 (+1,4%) di arabica e appena 1.032.680 di robusta (-61,7%).
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