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EXPO 2015 – C’è anche il caffè in una delle 4 torri del padiglione svizzero, che vi sveliamo

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MILANO – I visitatori di Expo 2015 a Milano “verranno a conoscere e mangiare i nostri prodotti, ma vorremmo che mangiassero anche i nostri valori”. Lo ha detto Nicolas Bideau, capo di Presenza Svizzera, illustrando stamane a Berna, presso l’Ambasciata d’Italia, il padiglione elvetico all’esposizione del prossimo anno nel capoluogo lombardo.

La Confederazione, i quattro Cantoni partner del San Gottardo (Grigioni, Ticino, Uri e Vallese), le città di Basilea, Zurigo e Ginevra, unitamente alle varie aziende private che sponsorizzano la manifestazione, si attendono molto da Expo, tanto dal profilo commerciale quanto da quello prettamente civile, facendo conoscere una Svizzera per come davvero è, lontano dagli stereotipi e dai luoghi comuni. Nei sei mesi della rassegna le FFS metteranno a disposizione treni speciali e diretti, in partenza da Ginevra, Basilea, Zurigo e Lugano.

L’esposizione “è nata con qualche polemica, ma speriamo adesso che quelle polemiche siano alle spalle”, ha affermato l’ambasciatore italiano Cosimo Risi, che ha aggiunto: “abbiamo la fiducia della Svizzera” che è stata la prima nazione ad aderire alla rassegna mondiale. A tutt’oggi i paesi partecipanti sono 145, in rappresentanza del 94% della popolazione del pianeta.

Il tema dell’esposizione è “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Malgrado le polemiche, gli interventi della magistratura italiana per tenere lontani il malaffare e la criminalità organizzata dagli appalti di Expo, i lavori proseguono alacremente, almeno per quanto concerne il complesso elvetico. “Ogni settimana riceviamo un rapporto, avanziamo bene”, ha assicurato Andrea Arcidiacono, portavoce dl Presenza Svizzera.

Il padiglione e quattro torri – La Svizzera vuole presentarsi all’Expo come paese attrattivo, solidale e responsabile in campo alimentare. Le Camere federali hanno approvato un credito di 23,1 milioni di franchi, otto dei quali finanziati da sponsorizzazioni. A Milano sono attesi 20 milioni di visitatori, 3 di essi al padiglione elvetico, torri comprese, pari a 16’000 al giorno dal 1° maggio al 31 ottobre 2015.

Il complesso svizzero, denominato “Confooderatio Helvetica” (il termine food – cibo – abilmente inserito), è della società di architetti Netwerch, un team di giovani di Brugg (AG) che ha saputo convincere la giuria di esperti con un messaggio chiaro, capace di stimolare la riflessione sulla responsabilità personale, sull’equa ripartizione dei beni alimentari e sulla sostenibilità.

Con una superficie di 4432 metri quadrati, il complesso presenterà una grande piattaforma aperta con quattro torri visibili da lontano, riempite di prodotti alimentari: caffè, mele, sale e acqua.

Caffè, più di cioccolato e formaggio – Questi prodotti vogliono rappresentare una Svizzera sostenibile, responsabile, innovativa e fedele alle proprie tradizioni. Il caffè – proveniente dall’industria agro-alimentare svizzera – illustra molto bene la capacità d’innovazione e l’impegno del settore pubblico e privato volto a garantire la sostenibilità lungo tutta la filiera, dalla pianta alla tazzina. Il caffè – ha rilevato Nicolas Bideau – è diventato il principale prodotto alimentare d’esportazione, superando il cioccolato e il formaggio nel commercio estero.

I visitatori accedono alle torri attraverso gli ascensori e, una volta arrivati in cima, possono servirsi dei prodotti. Man mano che le torri si svuotano le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando la struttura del Padiglione. Il progressivo svuotamento delle torri è registrato in tempo reale e può essere seguito anche sui media sociali.

Con queste torri i visitatori sono invitati a scoprire la Svizzera, la diversità dei prodotti e i valori, che sono alla base del successo del modello elvetico. Il messaggio è chiaro: offrire lo spunto per una riflessione sulla disponibilità degli alimenti nel mondo e sullo sviluppo sostenibile lungo tutta la filiera alimentare. I visitatori potranno portare con sé o consumare le quantità di prodotto che desiderano. Saranno il comportamento e la responsabilità personale di ognuno a stabilire quanto resterà per chi viene dopo e per quanto tempo.

Nutrire il pianeta. Senza dimenticare che è proprio il pianeta che ci nutre.

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