MILANO – Sì all’utilizzo del marchio Kimbo per alcuni prodotti dolciari quali gelati, confetteria e lievito in polvere. E’ quanto ha stabilito il Tribunale dell’Unione europea, che con una sua sentenza ha respinto ieri il ricorso della spagnola Bimbo, nota soprattutto per il pane confezionato a fette. La Bimbo, condannata tra l’altro a pagare le spese, si era opposta nel 2005 alla domanda di marchio comunitario presentata nel 2004 dall’italiana Cafè Do Brasil per l’etichetta Kimbo non solo per prodotti come caffè, tè o cacao ma anche pane, pasticceria, farine, confetteria e gelati.
Kimbo incassa il sì dal Tribunale Ue
Nel 2011 l’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno aveva accolto la richiesta della Bimbo, vietando la registrazione con il marchio Kimbo per farine, pane, pasticceria, confetteria, gelati e lievito, contro cui Cafè Do Brasil ha fatto ricorso a sua volta. Questo è stato accolto dalla Commissione ricorso dell’Uami tranne per i preparati di cereali, pane e pasta su cui esiste effettivamente un rischio di confusione. Il Tribunale Ue ha quindi analizzato l’opposizione della Bimbo, il cui marchio tra l’altro è solo verbale e non registrato, concludendo che la decisione presa dalla commissione di ricorso è giusta, in quanto pane e dolciumi non sono prodotti ”molto simili”.