MILANO – È giunto ieri, mercoledì 16 ottobre, l’atteso disco verde del Consiglio alla proposta di rinvio di un anno nell’applicazione del regolamento Ue sulla deforestazione (Eudr), avanzata dalla Commissione europea il 2 ottobre scorso. La palla passa ora al Parlamento, che dovrà, a sua volta, approvare il differimento. Il voto è previsto nella sessione plenaria del 13 e 14 novembre.
Se ci sarà il via libera – cosa, a questo punto, pressoché certa – le nuove scadenze per la piena conformità passeranno al 30 dicembre 2025, per le grandi imprese, e al 30 giugno 2026, per le micro e piccole imprese.
“Ciò darà certezza legale, prevedibilità e tempo sufficiente per un’efficace e corretta implementazione delle regole, compresa la completa predisposizione dei sistemi di dovuta diligenza per tutte le materie prime e i prodotti interessati dal provvedimento” si legge nel comunicato del Consiglio.
“Dette dovute diligenze includono il rischio di deforestazione nelle catene di approvvigionamento, nonché le misure di monitoraggio e comunicazione, volte a dimostrare la conformità alle norme Eudr”.
I coordinatori dei gruppi politici nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo – attualmente presieduta dall’italiano Antonio Decaro – hanno deciso il 14 ottobre di utilizzare la procedura di urgenza per accelerare i tempi.
In commissione, i parlamentari di Partito Popolare Europeo, Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici e Renew Europe si sono chiaramente espressi a favore della proposta di differimento dell’Eudr
Questi tre partiti possono contare su 401 parlamentari su un totale di 720 seggi nell’emiciclo di Strasburgo. La proposta dovrebbe dunque passare senza problemi.
Intanto, il rinvio rischia di scompensare la filiera mettendo in difficoltà chi si stava già adeguando alla nuova norma.
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