TRIESTE – Sempre e ancora Eudr al centro delle discussioni e dei dibattiti, nell’ambito dell’undicesima edizione di Triestespresso Expo. Venerdì 25 ottobre, la kermesse giuliana ha ospitato un interessante workshop intitolato “Road to EUDR: dalla norma alla conformità del nuovo regolamento europeo sulla deforestazione”. Organizzato da Area Science Park – in collaborazione con il Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e l’Associazione Caffè Trieste – il laboratorio ha affrontato il tema del regolamento europeo contro la deforestazione da un punto di vista operativo, mettendo a confronto autorità competenti (nazionali ed internazionali), aziende che operano lungo l’intera filiera del caffè e consulenti tecnici.
Un incontro che ha fatto emergere, ancora una volta, tutti i dubbi e le perplessità che stanno accompagnando il varo di questa nuova normativa, non tanto nei fini (condivisi, più o meno da tutti), quando nelle modalità di attuazione.
“È come viaggiare in automobile senza il codice della strada, senza segnaletica e con a malapena le strade” ha osservato Alberto Polojac, del trader triestino Imperator. “Ci si muove cercando di intuire in anticipo aspetti e criticità”.
Per il momento due sole certezze. La prima riguarda la calendarizzazione del voto sul rinvio richiesto dal consiglio e approvato dalla commissione, che arriverà in aula, con iter d’urgenza, nella mini plenaria di Bruxelles, il 14 novembre.
L’altra è che se il differimento otterrà il via libera, pressoché scontato, dell’assemblea, l’UE dovrà definire l’elenco dei paesi, o parti di paesi, a basso o ad alto rischio, entro e non oltre il 30 giugno 2025.
Una misura, quest’ultima, molto importante, poiché da essa dipende l’entità dei controlli e l’eventuale dovuta diligenza semplificata (per i paesi o parti di paesi a basso rischio)
Sul resto rimangono ancora molti dubbi e zone d’ombra, che l’intervento di Mara Grimminger – International Relations Officer del DG ENV (Commissione europea Direzione generale Ambiente) – non ha chiarito rimandando soprattutto alle faq del sito predisposto dall’Unione Europea (https://circabc.europa.eu/ui/group/34861680-e799-4d7c-bbad-da83c45da458/library/e126f816-844b-41a9-89ef-cb2a33b6aa56/details?download=true) per le risposte.
Il fatto è che il regolamento ha molti buchi – ha ammesso nella successiva presentazione – Stefano Vaccari, Direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (ICQRF), l’organo di controllo ufficiale nominato dal Ministero delle politiche agricole, ai sensi dell’art 3 del regolamento, che si occupa della compliance (e delle relative sanzioni).
Il regolamento Eudr infatti non ha tenuto conto delle problematiche agricole. E questo è un problema non banale, che comporta delle difficoltà nella costruzione della due diligence.
Ad esempio, la definizione di foresta, in certi paesi (ad esempio: Ecuador e Perù), non coincide con quella della Fao. Bisogna poi tenere conto di particolari pratiche agricole (es.: coltura ombreggiata), della possibile assenza di un efficace sistema di registrazione della proprietà, nonché di altre tipologie di problemi osservate nelle sperimentazioni pilota.
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