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Esselunga: Marina Caprotti figlia del patron Bernardo è la nuova presidente della Spa da 8,14 mld

Esselunga ha in cantiere già alcune nuove aperture come quella di Montecatini, in Toscana, e in piazze mai toccate prima dalla catena come Genova, Mantova e Livorno. Prosegue anche il progetto con insegna LaEsse (due quelli aperti a Milano e altri seguiranno nel corso dell’anno), oltre a proseguire nello sviluppo dell’e-commerce che vede Esselunga giocare un ruolo chiave anche in questo settore

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MILANO – Avvenuto il passaggio di testimone della presidenza dell’azienda Esselunga: la nuova presidenza è stata affidata finalmente alla figlia di Bernardo Caporitti e Giuliana Albera, Marina Caprotti. Entrambe diventate in precedenza proprietarie totalmente dell’azienda che lo scorso anno ha fatturato poco più di 8,14 miliardi. Leggiamo la notizia dal sito consumatrici.it.

Marina Caprotti, 42 anni, è la nuova presidente di Esselunga

Dopo che il consiglio di amministrazione riunitosi a Milano ha votato all’unanimità il suo nome e ha delineato la nuova composizione del board. Ora Giuliana Albera (nella foto di apertura a sinistra con il marito al centro e Marina a destra) – seconda moglie del fondatore Bernardo Caprotti (nella foto sotto) – e la figlia Marina sono proprietarie al 100% di Esselunga dopo l’acquisto della quota di minoranza pari al 30% dai fratelli Giuseppe e Violetta Caprotti.

Esselunga ha in cantiere già alcune nuove aperture come quella di Montecatini, in Toscana, e in piazze mai toccate prima dalla catena come Genova, Mantova e Livorno. Prosegue anche il progetto con insegna LaEsse (due quelli aperti a Milano e altri seguiranno nel corso dell’anno), oltre a proseguire nello sviluppo dell’e-commerce che vede Esselunga giocare un ruolo chiave anche in questo settore.

Marina Caprotti alla guida dell’eredità paterna

Per Esselunga, ha lasciato scritto Bernardo Caprotti, occorrerà trovare, “quando i pessimi tempi italiani fossero migliorati, una collocazione internazionale: Ahold sarebbe ideale, Mercadona no”. Questi ultimi sono i rivali spagnoli di Esselunga, che mai dovrà andare alle Coop, mentre il primo gruppo, il cui nome completo è Ahold Delhaize, è il gigante olandese della grande distribuzione, un colosso da 60 miliardi. Nato nel 1973, è presente in Europa e negli Usa, gestendo sotto vari brand alcune importanti catene di supermercati e centri commerciali.

“Ho deciso per il bene di tutti”

Il testamento del big della Gdo italiana scomparso nei giorni scorsi risale al 9 ottobre 2014 ed è stato redatto nello studio Marchetti fotografando, oltre al mercato, una situazione familiare travagliata. “Dopo tante incomprensioni e tante, troppe amarezze”, vi si legge “ho preso una decisione di fondo per il bene di tutti, in primis le diecine di migliaia di persone i cui destini dipendono da noi”.

Fuori i figli di primo letto

Motiva così la decisione di rivedere le sue ultime volontà lasciate scritte nel luglio 2010, quando Caprotti licenziò Paolo De Gennis, vice presidente di Esselunga e storico manager fin dall’inizio. Fu a quel punto che si giunse alla rottura definitiva con i figli di primo letto Giuseppe e Violetta, cristallizzando così l’attacco iniziato nel 2004 e che ne 2012 avrebbe portato padre e figli in tribunale.

“Tranquillità alle imprese”

“Il disegno di ripartizione e continuità familiare, business soprattutto, che con tanta fatica e sofferenza avevo costruito già oltre 16 anni fa”, ha scritto ancora Bernardo Caprotti, “è definitivamente naufragato la sera del 30 luglio 2010. Ora dopo anni di battaglie legali e di pubbliche maldicenze da parte di Violetta e Giuseppe, ho destinato e destino le partecipazioni nelle due aziende che ho creato e che mi appartengono, in modo tale da dare tranquillità e continuità alle imprese, salvaguardando però i diritti di tutti i miei aventi causa, secondo la legge”.

I beni andati a Giuseppe Caprotti

Così facendo, i figli di Caprotti non hanno la minoranza di blocco sui supermercati. Per loro donazioni che impediscono azioni legali per l’eredità. Al primogenito Giuseppe sono andati l’appartamento sul Golfo di Monticello a Cassina Rizzardi, quello di Verbier in Svizzera, la villa di famiglia ad Albiate Milano e i relativi arredi, la biblioteca di 4.000 volumi del bisnonno Giuseppe Caprotti, l’archivio di famiglia e quadri di pregio, tra cui una natura morta di De Chirico.

Cos’ha ricevuto Violetta

Violetta Caprotti invece ha avuto la casa di via Bigli a Milano, quella di New York sulla Quinta strada e “la proprietà che mi è più cara” (il castello di Bursinel sul lago di Lemano). Si aggiungono alcuni quadri, tra cui un olio di Zandomeneghi.

Non si è dimenticato della fedele Germana Chiodi

Infine alla sua fidatissima segretaria, Germana Chiodi, una “signora a cui voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto prestato”, sono andati metà dei due conti titoli depositato Credit Suisse e Deutsche Bank e del conto corrente aperto sempre presso la banca tedesca.

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