TRIESTE – La causa portata avanti con passione dal Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato, presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, a supporto della candidatura all’Unesco del vero espresso italiano tradizionale va avanti. E ogni giorno nuovi alleati. L’ultima a prender parte a quella che ormai ha assunto il significato di una missione per valorizzare uno dei fondamenti del made in Italy nel mondo, è stata Paola Goppion per Goppion Caffè. I fratelli Bazzara poi tornano una seconda volta a spendere parole di sostegno a questa procedura di recente presa al vaglio dal Ministro delle Politiche Agricole, il triestino Stefano Patuanelli.
Dall’articolo pubblicato su Il Piccolo, il quotidiano di Trieste, nei giorni scorsi partecipa alla promozione dell’espresso nel mondo anche Arianna Mingardi, di Amigos Caffè: “Non vorrei che la cultura dell’espresso, che racconta qualcosa dell’identità del nostro Paese, venga pian piano persa”.
Espresso italiano: un rito da riconoscere
La filiera italiana è ricca di una tradizione della tazzina che è giunto il momento venga certificata a livello internazionale, proprio per non perdersi in mezzo alle nuove tendenze o, ancora peggio, farsi ri-vendere l’immagine del made in Italy dagli stranieri (Starbucks e Nespresso danno lezione su questo punto).
Ed ecco che in questo senso appare essenziale a tutti gli addetti ai lavori l’operazione di riconoscimento mandata avanti dal Gruppo italiano torrefattori caffè, il Comitato torrefattori delle Tre Venezie e del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionalecon il supporto del Comitato Italiano del Caffè e dell’Inei.