A Ravenna il più caro, a Bari quello più economico. L’Italia è il primo paese al mondo per produzione di caffè torrefatto che non è a rischio clonazione e leader nella realizzazione di macchine. I tedeschi i principali consumatori al mondo di caffè.
Il segreto del buon caffè è nella qualità. Qualità della materia prima, qualità artigianale della macchina. Kenon è una azienda napoletana presenta a Tirreno C.T., in corso a Carrara Fiere.
«Abbiamo esportato il vero caffè napoletano nel mondo», spiega Filippo Carandente responsabile tenico dell’azienda. «Il nostro brand e il nostro marchio “oro di Napoli” sono registrati e sono il riconoscimento di un vero caffè made in Naples».
Per Carandente il vero segreto della tazzina è nella materia prima. «Acquistiamo caffè verde nelle migliori zone del pianeta, lo portiamo a Napoli e lo tostiamo secondo la nostra tradizione napoletana. Solo se hai alla base una ottima materia prima riesci ad avere un prodotto finale che regge la nostra tostatura. E nella tazzina si sente la differenza».
Kenon esporta il caffè made in Naples in tutto il mondo. «Siamo presenti ad Hong Kong e in Cina. I cinesi clonano tutto, ma per il caffè siamo noi il brand che usano».
E se la miscela è fondamentale, per un vero caffè espresso italiano non può essere sottovalutata la macchina da caffè. Meglio se questa è tutta Made in Italy, costruita pezzo per pezzo con passione artigianale da La Marzocco di Scarperia (Fi).
«Abbiamo continuato a fare macchine di alto livello sebbene con la crisi il mercato chiedesse prodotti low cost», commenta Paolo Giribuola, direttore vendite Italia di La Marzocco. «Le nostre macchine sono tutte in acciaio inox, l’acqua e il caffè escono con la loro purezza».
La Marzocco, che a Tirreno Ct ha portato un vecchio furgone Alfa Romeo adibito a bar, produce 7mila macchine all’anno, «tutte fatte in maniera artigianale, ogni pezzo prodotto in Italia, non abbiamo delocalizzato niente. Quello su cui non abbiamo voluto cedere è la qualità, non aumentiamo i ritmi, i volumi, per non abbassare la qualità».
“Latte Art”. Allo stand della Federazione Italiana Barman, a Tirreno C.T., la fiera del settore in corso a Carrara Fiere fino a giovedì 27 febbraio, presente tutti i giorni Manuel Sakay, barman toscano, di Pisa per la precisione, che più volte ha conquistato vari titoli e premi nella disciplina della “latte art”, ovvero la decorazione del latte nei caffè e nei cappuccini.
“E’ un modo diverso per comunicare un prodotto così quotidiano come un cappuccino – spiega il “maestro” delle decorazioni – e questo perché ormai il consumatore pretende attenzione e rispetto della qualità anche in prodotti di largo consumo come un caffè macchiato o un cappuccino stesso”.
“Na tazzulella ‘e cafè” (i numeri del settore). Per quanto riguarda i consumi di caffè al vertice della classifica europea ci sono i tedeschi e l’Italia solo al sesto posto.
Il consumo pro capite è di 600 tazzine all’anno. Gli uomini ne bevono più delle donne (in media 1,7 contro 1,5 al giorno). Solo il 4% degli italiani supera i 6 espressi al giorno, l’81% arriva al massimo a tre.
In media il prezzo di una tazzina di caffè è di 0,94 euro, mentre il cappuccino si attesta su 1,26 euro. I caffè più cari si pagano generalmente in Emilia Romagna, in particolare a Ravenna (1,08 euro), Ferrara (1,07 euro), Bologna (1,04 euro, lo stesso valore di Bolzano), Forlì e Modena (1,02 euro). Le tazzine più cheap si consumano invece tra Bari (0,77 euro), Reggio Calabria (0,77 euro) e Cagliari (0,83 euro).
Differenze si riscontrano anche nelle principali città: da 0,97 euro di Milano passiamo infatti allo 0,84 di Roma e Napoli, mentre Torino tocca quota 1,02 euro. Stesso discorso vale per il cappuccino, che passa dall’1,03 euro di Roma all’1,56 di Bolzano con i mezzo l’1,27 euro di Milano.
Significativamente alte le cifre anche tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: a Trieste un cappuccino costa 1,48 euro, a Verona 1,42, a Pordenone 1,41 euro. Dato curioso, a Palermo il cappuccino costa in proporzione molto più del caffè: 0,88 euro per un caffè contro ben 1,46 euro per un cappuccio.
Bar. A livello regionale la Lombardia è la regione italiana con la presenza maggiore di bar, ben 30mila, pari al 17% del totale. Altrettanto significativa è la diffusione dei bar in Veneto, Lazio e Campania.
A fronte di un indice di densità medio di 2,8 bar per mille abitanti vanno poi segnalati i valori di Valle d’Aosta (4,6), Liguria (4,4) e Sardegna (3,8). La Toscana ha un indice di densità pari a 2,8. La densità più bassa si ha in Sicilia con 1,7.