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sabato 02 Novembre 2024
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Esperta Oms: “Troppo saccarosio”

Lʼodontoiatra Laura Strohmenger dell'Organizzazione Mondiale per la Sanità punta il dito contro lʼindustria alimentare, incentivando lʼutilizzo di dolcificanti non cariogeni come xilitolo e zucchero da stevia

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MILANO – “Troppo saccarosio negli alimenti, in Italia un bimbo su 5 ha i denti cariati”
Carie, obesità, diabete: sono queste le possibili conseguenze di un utilizzo spropositato del saccarosio negli alimenti.

A denunciarlo è Laura Strohmenger, coordinatrice del Centro di collaborazione Oms per l’epidemiologia e l’odontoiatria di comunità: “Ed è così che in Italia un bambino su cinque, fra 2 e 5 anni, ha un problema di carie che rischia di perpetuarsi anche in età adulta”. L’odontoiatra milanese punta il dito contro l’industria alimentare, incentivando l’utilizzo di altri dolcificanti come xilitolo e zucchero da stevia.

Le conseguenze per la salute – Secondo studi recenti, l’eccessivo consumo di zucchero potrebbe mettere a repentaglio i meccanismi della memoria e triplicare il rischio di morte prematura per malattie cardiache. “Il fatto incomprensibile è che il saccarosio è ‘additivato’ anche ad alimenti che sono naturalmente dolci e non avrebbero bisogno di essere zuccherati”, ha spiegato l’esperta. “Il problema è che dolcificanti senza calorie e non cariogeni come lo zucchero da stevia costano probabilmente di più del saccarosio”, ha aggiunto.

Evitare lo zucchero aggiunto – Secondo la Strohmenger, “lo zucchero aggiunto, come il sale, è quanto di più vietato dal punto di vista nutrizionale. Eppure, sugli scaffali del supermercato è difficilissimo trovare succhi di frutta con la scritta ‘senza zuccheri aggiunti’ o almeno qualche succo con meno di 15 grammi di saccarosio”.

Un problema culturale – L’odontoiatra ha poi parlato di problema culturale: “Se la gente fosse più informata, comprerebbe in modo più selettivo, stando attenta al contenuto di saccarosio e inducendo così l’industria a migliorare i propri prodotti”. Una parte di responsabilità viene attribuita anche ai pediatri, “che dovrebbero informare le mamme, per evitare che diano ai neonati che piangono di notte biberon pieni di camomilla zuccherata”. “Nulla come una cattiva abitudine presa da piccoli è poi tanto difficile da abbandonare”, ha concluso la scienziata dell’Oms.

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