MILANO – Il Consorzio E.S.E. ha annunciato e presentato ieri il percorso verso la certificazione di compostabilità della cialda di carta E.S.E., che diventerà il primo prodotto alimentare compostabile a larga diffusione. Una notizia di vasto interesse dato che sono tantissime le torrefazioni che, anche senza l’ombrello del marchio E.S.E. preparano e commercializzano caffè in cialde. E magari approfitteranno dell’occasione per avvicinarsi al Consorzio e potersi fregiare del riconoscimento che susciterà l’attenzione dei consumtori sempre più attenti ai contenuti ecologici dei prodotti anche alimentari.
E ieri i responsabili dell’operazione hanno spiegato come è stato possibile accedere alla certificazione della cialda in carta a standard E.S.E. “Non è stato semplice. Anche se nel mercato dei caffè espresso porzionati poteva sembrare quasi naturale contare sulla compostabilità della cialda in carta – ha esordito Roberto Morelli, Presidente del Consorzio E.S.E. e Direttore Progetti Global Marketing di illycaffè – ci sono voluti quasi tre anni di analisi e test per affermare la compostabilità e biodegradabilità della cialda E.S.E. – E per arrivare oggi ad annunciare la creazione di un normativa pilota che consentirà la certificazione volontaria di compostabilità della cialda di caffè in tutta Europa”.
Si è trattato di un percorso di scoperta comune: “Molti soci torrefattori del Consorzio E.S.E. che hanno sottoposto le cialde di caffè di loro produzione ai test preliminari di disintegrazione e biodegradabilità non conoscevano il lungo e complesso processo richiesto per ottenere la certificazione di compostabilità” ha confermato ieri Werner Zanardi, del Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.).
In generale, quando sono presenti, le certificazioni di compostabilità si riferiscono a produzioni limitate e “non-food”, quali: spazzolini da denti, pannolini, piatti e posate, shopper, contenitori e naturalmente packaging in materiale a base bio, totalmente riciclabile e rinnovabile. Ma anche se la parola “compostabile” non è ancora di uso comune tra i consumatori, in qualche caso è già utilizzata per definire prodotti, processi o iniziative che poco o nulla hanno a che vedere con la certificazione vera e propria”.
“La storia che vuole raccontare il Consorzio E.S.E. – ha proseguito Zanardi – nasce anche dall’incontro con l’unica norma di riferimento sullo smaltimento, la UNI EN 13432:200, nella quale sono contemplati e regolati solo gli imballaggi. Visto che la UNI EN 13432:2002 non considera i “manufatti compositi” (come è definibile la cialda in carta, composta da un “contenuto” che sono i 7 grammi di caffè macinato e da due fogli di carta filtro che lo raccolgono e racchiudono), il Consorzio E.S.E. ha richiesto e ottenuto la creazione di una “certificazione volontaria per il manufatto cialda di caffè in carta”.
“Prevedere nuove applicazioni delle normative, pur mantenendone inalterati i dettami, può contribuire ad anticipare le esigenze e le richieste dei mercati– ha aggiunto Luca Bardi Direttore Ispezioni e Certificazione Prodotti di Certiquality – perché sicuramente saranno sempre più diffusi i “manufatti compostabili” da smaltire, come la cialda di caffè in carta”.
Il Consorzio E.S.E. è un ambito precompetitivo internazionale (copre tutto il mondo: dall’Europa al Giappone, alle Americhe) che vede operare insieme importanti torrefattori, che si integrano con grandi produttori di macchine per espresso e produttori di cialdatrici. I soci del Consorzio sono imprese concorrenti fra loro e con differenti vocazioni, ma che hanno un obiettivo comune: quello di continuare a sviluppare un mercato che, unico in ambito alimentare, in questi anni è cresciuto a doppia cifra sia come caffè porzionato che come macchine per caffè.
“Oggi possiamo dire che lo standard E.S.E. (o i formati E.S.E. compatibili) è il caffè porzionato più diffuso al mondo. E, nella variegata offerta dei sistemi di preparazione dell’espresso, quello più naturalmente predisposto alle emergenti attese di eco-sostenibilità – ha concluso il Presidente Roberto Morelli – si tratta di un’ulteriore valore che offriamo ai consumatori, che come è sempre avvenuto per la scelta tra sistemi chiusi a capsule e il sistema aperto a cialde in carta E.S.E., sceglieranno l’opzione più affine ai loro gusti e stili di vita”.
CERTIFICAZIONE – Ecco passo dopo passo come E.S.E. sta centrando gli attestati di compostabilità e biodegradabilità con una serie di prove che sono iniziate nell’autunno del 2010
La cialda di caffè in carta a standard E.S.E. (Easy Serving Espresso) ha iniziato il processo per ottenere la certificazione di compostabilità e biodegradabilità nell’autunno del 2010. I positivi risultati dei test preliminari di disintegrazione e biodegradabilità consentono finalmente al Consorzio di approcciare il programma di certificazione di compostabilità vero e proprio.
La conclusione dell’iter è prevista per il mese di settembre 2012, quando sarà confermata la possibilità di smaltire la cialda di caffè in carta a standard E.S.E. insieme all’umido di casa. La normativa di riferimento è quella per lo smaltimento degli imballaggi: UNI EN 13432:2002.
Visto che questa norma non considera i “manufatti compositi” (come è definibile la cialda in carta, composta da un “contenuto” che sono i 7 grammi di caffè macinato e da due fogli di carta filtro che lo raccolgono e racchiudono), il Consorzio E.S.E. ha richiesto e ottenuto la creazione di una “certificazione volontaria per il manufatto cialda di caffè in carta”. La certificazione volontaria avrà inizialmente validità europea. Ma l’obiettivo è l’estensione internazionale.
Hanno seguito passo dopo passo il processo verso la certificazione di compostabilità: 1. Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.) – per i test preliminari di disintegrazione delle cialde 2. Stazione Sperimentale Carta Cartone e Paste per carta (SSCCP) – per i test preliminari di biodegradabilità 3. Organic Waste System (OWS) – per il ring test (ripetizione dei test incrociati) 4. Certiquality – per la creazione della normativa pilota e l’accesso alla certificazione di compostabiità. Ecco il dettaglio dei test e dei processi eseguiti.
Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.) per i test preliminari di disintegrazione delle cialde
Nell’estate del 2010, il Consorzio aveva finalizzato le attività previste dal “Progetto Qualità Totale”, voluto sia dai soci torrefattori sia dai produttori di macchine espresso, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei controlli di conformità dello standard di preparazione dell’espresso E.S.E.
Il Consorzio ha investito nella valorizzazione del marchio E.S.E., estendendo a tutta la value chain alcune innovazioni della certificazione E.S.E. , che ora prevedono:
– il restringimento dei parametri per la conformità dimensionale;
– la classificazione di quattro nuove tipologie di caffè (espresso, ristretto, lungo ed extralungo), da affiancare facoltativamente al logo E.S.E. per meglio definire le diverse erogazioni;
– la creazione di “Check-it-E.S.E.”, un kit composto da 2 prototipi in silicone che riproducono esattamente le cialde E.S.E. (una dima piccola e una grande) per rendere l’esecuzione dei test di conformità più precisa e standardizzata.
Il completamento “naturale” del percorso fin qui illustrato, ha portato alla decisione di effettuare una prima valutazione dell’effettiva compostabilità della cialda in carta E.S.E. e all’incontro con uno dei più importanti enti di riferimento del settore della certificazione di compostabilità; il Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.).
Dopo un’attenta analisi preventiva delle caratteristiche del “prodotto cialda di caffè E.S.E.”, nel periodo settembre-dicembre 2010, C.I.C. esegue i test preliminari per verificare la disintegrazione di cialde di caffè in carta, in processo di compostaggio su scala reale (full scale). I risultati dei test preliminari sono positivi: in 90 giorni le cialde di caffè E.S.E. completano il processo di disintegrazione. E la successiva analisi effettuata sulla qualità del compost, ha anch’essa esito positivo.
Per disintegrazione si intende: la frammentazione e perdita di visibilità del materiale di partenza nell’ammendante finale (vale a dire il “residuo” composto dall’insieme di terriccio iniziale utilizzato per ospitare il prodotto da disintegrare e quanto avanza del prodotto stesso al termine del processo di disintegrazione), dopo 12 settimane di processo.
In particolare e per essere più precisi, secondo la norma di riferimento per la compostabilità (UNI EN 13432:2002):
– la disintegrazione è raggiunta quando la quantità dei frammenti residui dei manufatti con dimensioni maggiori di 2 mm è al massimo pari al 10% della massa dei manufatti all’inizio del test;
– deve essere almeno del 90% ed è espressa dal valore medio delle % derivanti da tre pesate (tre repliche) ottenute con la condizione che nessuno dei tre valori superi il 12%.
Stazione Sperimentale Carta Cartone e Paste per carta (SSCCP)
Per i test preliminari di biodegradabilità Per biodegradabilità si intende: la determinazione della percentuale di mineralizzazione e della biodegradabilità di un prodotto in compost maturo. Per decretare il buon risultato del test la biodegradabilità, il processo sul prodotto deve essere indicato da una curva che indichi una media del 90%, entro un massimo di 180 giorni (due cicli da 90 giorni cad.). Il test per la determinazione della biodegradabilità di un prodotto, insieme al test di disintegrazione, consentono di determinarne la compostabilità. Durante la fase iniziale del test sulle cialde di caffè in carta E.S.E., l’andamento della curva di biodegradabilità indicava una buona performance, nella media dei parametri. Al 140° giorno (90 + 50) la curva di biodegradabilità indicava il raggiungimento dell’87% e confermava la biodegradabilità della cialda in carta a standard E.S.E..
Organic Waste System (OWS) per il ring test (ripetizione dei test incrociati)
L’esito positivo dei test preliminari sopra descritti, non hanno convinto tutti i soci torrefattori del Consorzio E.S.E., che hanno preferito effettuare verifiche e approfondimenti incrociati attraverso l’esecuzione di un ring-test. Per incrociare con certezza assoluta i risultati dei test effettuati sulla campionatura di cialde di caffè in carta E.S.E. dal Consorzio Italiano Compostatori con quelli ottenuti da Organic Waste System (OWS) in Belgio sulla stessa campionature di cialde E.S.E., sono stati ripetuti tutti i test scambiando la campionatura tra C.I.C. e OWS. L’esecuzione del ring test si è concluso con esiti positivi da parte di entrambi i certificatori.
Certiquality, per la creazione della normativa pilota e l’accesso alla certificazione di compostabilità
Come anticipato nella “Premessa”, la normativa di riferimento per lo smaltimento degli imballaggi è una sola: la UNI EN 13432:2002. Risulta che può solo considerare la carta che avvolge il caffè della cialda E.S.E. come un imballaggio (presenza di polipropilene superiore al 25%), ma non prevede la definizione di un prodotto/manufatto completo e a sé stante come la cialda di caffè E.S.E. (composta da caffè macinato e carta filtro alimentare che lo raccoglie e lo confeziona). In quest’ultimo caso il limite massimo di polipropilene ammesso dalla normativa è l’1%.
Visto che la UNI EN 13432:2002 non considera i “manufatti compositi” (v. “Premessa”), alla fine del 2011 il Consorzio E.S.E. ha formulato a C.I.C. e Certiquality la richiesta ufficiale di creare una “certificazione volontaria per il manufatto cialda di caffè in carta”, pur mantenendo inalterati tutti i dettami richiesti dall’unica norma di riferimento. Tra gli inizi di gennaio e aprile 2012, C.I.C. e Certiquality hanno lavorano alla valutazione dei requisiti del “manufatto compostabile” E.S.E. e al perfezionamento del Documento Tecnico (DT). Nel mese di aprile 2012 il Consorzio ha ottenuto il nulla osta dai due enti di certificazione coinvolti, che hanno confermato la possibilità di costruire una “normativa pilota” sullo smaltimento del “manufatto compostabile” E.S.E., ai quali appartiene la cialda di caffè in carta E.S.E., con particolare attenzione al trattamento del polietilene.
Oggi sono 118 i prodotti certificati con il marchio E.S.E., chi sono gli operatori che possono associarsi: l’elenco completo con i 13 soci attuali in attesa dei prossimi
Aderire al Consorzio costituisce una precisa scelta strategica delle aziende che vogliono prepararsi alle sfide del mercato, in particolare per quanto riguarda l’approccio con il consumatore finale. L’ammissione di nuovi soci avviene a seguito di richiesta delle aziende del settore. Una volta verificate le condizioni previste dallo Statuto e valutate le opportunita’ in relazione agli scopi del Consorzio, è il Consiglio d’Amministrazione che delibera l’ingresso del socio.
Nel 1998 quando il Consorzio si è costituito, i prodotti dei Soci a marchio E.S.E. erano rispettivamente: 16 referenze per i produttori di macchine (per un totale di 10 differenti gruppi caffè) e 9 referenze per i torrefattori (per un totale di 5 brand commerciali). Oggi sono 118 i prodotti certificati con il marchio E.S.E., tra macchine espresso e serving Possono essere soci del Consorzio: a) i torrefattori che producono e/o commercializzano serving di caffè torrefatto nello standard E.S.E.; b) le imprese che producono e/o commercializzano macchine per caffè espresso E.S.E; c) i produttori di macchine produttrici di serving E.S.E.; d) le associazioni di categoria che in modo diretto o indiretto sono interessate allo sviluppo dello standard E.S.E. con sede sia in Italia che all’estero. e) i produttori di materie prime utilizzate per la produzione di serving di caffè e macchine espresso; f) la distribuzione moderna per la commercializzazione di serving di caffè private label.
L’elenco completo con i 13 soci attuali in attesa dei prossimi
CAFES RICHARD
DE’ LONGHI
GROUPE SEB
HANDPRESSO
I.C.A.
ILLYCAFFE’ / FRANCISFRANCIS
KITCHENAID
KRAFT FOODS EUROPE
LAVAZZA
NESTLE’ PROFESSIONAL
PHILIPS-SAECO
SARA LEE SOUTHERN EUROPE
UCC (UESHIMA COFFEE CO.)