MILANO – Molti si sono messi a dieta per l’arrivo dell’estate, altri continuano a fare attenzione alla linea nonostante la bella stagione sia ormai agli sgoccioli: in entrambi i casi, spesso si sceglie di usare i dolcificanti al posto dello zucchero per non rinunciare alla dolcezza delle bevande senza ingrassare. Attenzione però a cosa si sceglie: ad esempio, uno dei più quotati negli ultimi tempi, col nome di eritritolo, non è del tutto innocuo. Leggiamo i dettagli dall’articolo su pianetadonne.blog.
Eritritolo: cosa c’è da sapere
L’eritritolo è un dolcificante che sempre più spesso si sente pronunciare da nutrizionisti e dietologi. Un’alternativa allo zucchero, in grado di non apportare nessuna ulteriore caloria quando viene aggiunto a bevande e preparazioni.
Ma davvero siamo in presenza di un prodotto che sarà in grado di rivoluzionare le abitudini culinarie? La sua forza risiede proprio nell’apporto calorico: pari a zero. E per questo viene commercializzato come alternativa dietetica.
Ha, infatti, un potere dolcificante che va dalle 10 fino alle 600 volte più dello zucchero
Questo genere di dolcificante trova ampio consumo presso tutte quelle persone che, per ragioni di salute, pensiamo ai diabetici per esempio, non possono usare il classico zucchero.
Ma è utile anche per coloro i quali seguono un regime dietetico rigido. Un’altra nota positiva riguarda la salute dei denti poiché, lo zucchero, sappiamo tutti, è responsabile delle carie dentali e dei classici problemi al cavo orale.
L’eritritolo invece, non incide su questi processi. Infatti, insieme allo xilitolo, è molto usato nella fabbricazione di gomme da masticare e dentifrici!
Attenzione all’eritritolo: i due lati “negativi” del dolcificante
Se è vero che l’eritritolo è ottimo sotto molti aspetti, è altresì vero che possiede anche delle note negative a suo carico. Infatti, per gli sportivi e coloro che vogliono perdere peso, usare questo tipo di sostanze edulcorante può portare, a lungo andare, all’insulinoresistenza.
Ciò accade e perché l’organismo riconosce il sapore dolce, ma non essendoci glucosio, si abitua a non produrre insulina per la sua metabolizzazione. Nel momento in cui si vanno a reintrodurre nuovamente degli zuccheri normali, il corpo potrebbe non accorgersi che si tratta di vero zucchero e continuare a non produrre insulina, provocando, dunque, un’insulinoresistenza.
Il secondo lato negativo, invece, riguarda un’alterazione della flora batterica. Le conseguenze possono essere varie. Per esempio, una possibilità può riguardare la flora batterica che anziché mettere in atto dei processi digestivi, da vita a dei processi fermentativi, provocando uno stato di gonfiore addominale perenne.