PARTINICO (Palermo) – Sono tanti i gestori in tutta Italia che vivono sulla propria pelle le conseguenze del lockdown prolungato e degli aiuti statali in ritardo: non solo le proteste si moltiplicano, ma anche i casi esemplari che testimoniano il disagio condiviso dalla categoria. Dopo l’imprenditore a digiuno sotto l’Arco della Pace di Milano, ora la storia di Erika d’Amico, anche lei imprenditrice in estrema difficoltà, che ha deciso di non mangiare per protesta. Leggiamo la notizia da tp24.it.
Erika D’Amico, titolare del caffe – letterario di Partinico, sciopera
Denuncia, infatti, l’immobilismo della burocrazia, che non le permette una riapertura in grado di poter seranemnte affrontare il suo lavoro che copre due dei settori più colpiti dalla crisi: la cultura e i bar.
Ecco cosa scrive, annunciando la sua protesta in piazza:
10 marzo il Dpcm dispone la chiusura del mio locale “Leggere è…caffè teologico letterario” a Partinico.
Ecco il giorno in cui comincia il mio incubo.
Chiusura, Chiusura, Chiusura ….nella mia testa rimbomba questa parola con tutto ciò che ne comporta.
E adesso come faccio?
Come farò ad onorare i miei debiti con i fornitori?
Io, proprio io che non ho mai ritardato un pagamento.
In questo mese deve arrivare anche la bolletta della luce, la devo pagare assolutamente, devo recuperare i soldi, non posso permettermi il distacco dell’energia comporterebbe più danni, più spese e tutto ciò che sta nei frigoriferi andrebbe perso…come devo fare…?
….adesso cado nello sconforto più assoluto il mio pensiero va ai miei dipendenti che sono parte integrante della mia famiglia…come farò a pagare loro gli stipendi senza lavorare?
e loro come faranno a sopravvivere senza stipendio?
Licenziamento, Licenziamento, Licenziamento…no non posso, non voglio, non è giusto, mi rifiuto!
Ecco arriva una soluzione …cassa integrazione … meno male almeno loro hanno di che vivere.
Si susseguono notti insonni
giorni pieni di angoscia,
paura per un futuro sconosciuto,
passerà mi dico… certo che passerà… solo 15 giorni e ci faranno riaprire ne sono certa …e invece no altri 15 giorni e altri giorni ancora.
E così arriva il 14 Aprile
Continua la lettera di Erika D’amico
Il Dpcm dispone che posso aprire la libreria ma non il bar…mi dico …perfetto, almeno comincio a lavorare …e invece no …la gente ha paura, non esce, entrano in negozio pochissimi clienti
…tutto è surreale,
le strade sono vuote,
il silenzio è tombale …mi sto accostando impaurita ad una realtà a me sconosciuta.
I giorni si susseguono, non demordo, non posso farlo dalla mia resistenza dipende non solo mia figlia ma anche loro …Antonio, Daniela e Graziella …i miei dipendenti …la mia famiglia.
Arriva il 30 Aprile l’Ars nella finanziaria dispone all’art. 9 un finanziamento ai comuni a ristoro delle concessioni del suolo pubblico agli esercenti del settore della ristorazione …ottimo…ne farò richiesta immediatamente.
…Priscilla, Claudio ho bisogno di voi, dobbiamo preparare il progetto da presentare al Comune per la concessione del suolo pubblico …dobbiamo chiedere l’autorizzazione per installare un gazebo nella piazzetta di fronte al locale, lì metteremo tavoli e sedie per i nostri clienti ma
… mancano le linee guida …
Non importa al momento ci atteniamo a quelle disposte dall’INAIL …distanziamento , parafiato etc…
…Erika il progetto è pronto…
Bene ragazzi… grazie …grazie infinite
3 maggio invio per PEC al comune di Partinico la richiesta, per concessione del suolo pubblico, segnalandone l’urgenza nel rilascio delle autorizzazioni
11 maggio …ancora niente …gli uffici non rispondono
Cosa fare?
Devo comprare gli arredi…ma quando?
E se poi le autorizzazioni non arrivano in tempo utile?
E se non dovessero arrivare per niente?
Sarebbe un grosso problema …i posti a sedere sono notevolmente diminuiti da 27 passiamo a 6.
E i posti in piedi? Anche quelli da 10 a 4.
Cosa faccio?
Cosa posso fare?
Se non mi concedono il suolo pubblico non potrò mai incrementare il lavoro, non ho lo spazio necessario all’interno del locale.
La mia testa martella un unico pensiero… i ragazzi… i miei ragazzi…li devo fare rientrare a lavoro a tutti i costi, hanno difficoltà economiche e la cassa integrazione non arriva.
12 maggio invio per PEC un sollecito rimarcando ancora una volta la necessità di far presto, che non abbiamo più tempo, che dobbiamo subito metterci a lavorare …
Ma niente … le mie legittime richieste cadono inesorabilmente nel vuoto.
Ancora una volta mi chiedo cosa fare.
Percepisco chiaramente di sbattere contro un muro di gomma.
Come si può agire?
Quali strumenti ha un cittadino per ottenere in tempi rapidi quantomeno un minimo di risposta alla propria richiesta?
Le vie legali?…troppo lunghe…non ho tempo.
Mi sovvengono proprio adesso le parole di Danilo Dolci “Fare presto (e bene) perché si muore” lui che è stato il precursore delle proteste non violente, lui che qui a Partinico ha difeso lavoro e lavoratori dal totale disinteressamento delle istituzioni, proprio lui mi ha suggerito cosa fare.
Ecco allora cosa farò protesterò!
Non mi farò sottomettere da una becera burocrazia!
Mi opporrò all’immobilismo atavico delle amministrazioni pubbliche!
La mia protesta sarà mite e silenziosa (uguale al loro silenzio) stazionerò nel piazzale antistante la sede centrale del Comune di Partinico e rifiuterò il cibo fin quando non otterrò una risposta da parte degli uffici competenti.
Erika D’Amico