MILANO – Io, Enrico Venuti, leggo con ilarità l’articolo della giornalista Sara Uliana da voi puntualmente riportato. Essendo un “kilometrista” autostradale e avendo già degustato questo nuovo “nettare” proposto nei sempre più deserti bar della rete autostradale, non posso far altro che esclamare: “Finalmente qualcuno se ne è accorto!”
Venuti: Non voglio entrare nei dettagli qualitativi o degustativi sarebbe troppo facile e non corretto nei confronti di chi lavora
Ilarità perché questo è il male minore, in un’Italia dove ci hanno imposto di circolare in autostrada a 130 km orari anche con automobili che sono dei gioielli di tecnologia, ma permettono di viaggiare ai camion provenienti dai paesi ex blocco sovietico che sono delle mine vaganti e già tanti disastri hanno combinato; “mentre i nostri devono essere super collaudati e certificati….” in un’Italia dove, dopo averci spremuto con tassazioni da paesi scandinavi, ora ci ritassano e ci spremono come agrumi ma senza togliersi i privilegi, in un’ Italia di sprechi e spreconi, mangioni, corrotti e corruttori, paese che non riesce neanche a farsi valere per riportare a casa i valorosi marò, ma mi facciano un piacere.
C’è ben altro per cui indignarsi che un caffè bevuto in autostrada. Almeno siamo LIBERI e possiamo scegliere se riordinarlo la prossima volta. Questo è quello che ci meritiamo: piegare la schiena, pagare e tacere
Enrico Venuti, libero pagatore di tasse cittadino italiano