MILANO – Dopo la nuova sconfitta legale di Nestlé e in Svizzera scrive Enrico Paolo Costa, Commerciale Adriatica: “La proprietà intellettuale accampata da Nespresso non c’entra si tratta soltanto di buchi differenti fatti in un contenitore di caffè”.
Costa dice la sua
Egregio direttore,
ho letto con attenzione l’intervista del Dottor Pereyra, ho notato che però alle sue domande non ha risposto, ad esempio quella sull’espresso o quella sui grammi necessari per fare un espresso, cose fondamentali per capire la qualità del prodotto. Dai noi si dice che con i soldi si manda l’acqua all’insu’, figuriamoci se con tutti quei soldi che hanno speso non riescono a far bere una bevanda al gusto di caffè e lo chiamano espresso.
La proprietà intellettuale ricordata dal dottore Perayra ci sta come con i cavoli a merenda
Loro non hanno scoperto niente hanno soltanto usato una maniera differente da altri di fare dei buchi in una capsula di prodotto da bere. E la sentenza del Tribunale Federale svizzero di ieri conferma quanto scrivo qui e che sostengo da tempo. Possono mettere tutti gli avvocati del mondo , come hanno fatto Ibm , Epson e altri, ma se si vende un bene, il consumatore deve essere libero di poter scegliere cosa mettere dentro, così come i refill delle stampanti così come i vari Nespresso o Caffitaly, non può esistere un brevetto per questi tipi di merci , non lo dice Costa , ma la giurisprudenza in materia insegna.
Costa: Nessuno è invidioso del successo
Ma se si crea un mercato appetibile è normale che molte aziende ci provino , poi del resto cosa ha fatto Nespresso con il ns. espresso italiano , li’ veramente si dovrebbe parlare di plagio. Comunque forza e vinca chi ha il prodotto migliore nel mercato , non chi ha più soldi , anche se spesso succede , ma esiste anche una giustizia che speriamo che funzioni. Enrico Paolo Costa amministratore unico pcosta@commercialeadriatica.com
Commerciale Adriatica SRL Via Maestri del Lavoro, 8 48124 Fornace Zarattini (Ravenna) – Italy