MILANO – Elezioni Usa: il colosso della caffetteria Starbucks ha lanciato negli Stati Uniti la tazza dell’ “Unità” (FOTO in alto) a una settimana dal voto per le presidenziali che stanno dividendo il Paese.
Si tratta di un’iniziativa che rientra nel filone delle campagne sociali tanto care a Howard Shultz, il patron della catena che ha la sede a Seattle (Usa).
Una tazza verde, il colore di Starbucks, e bianca con facce stilizzate a rappresentare l’unità degli statunitensi.
Elezioni: essere buoni gli uni con gli altri
“In un momento di grande divisione del paese, Starbucks ha voluto creare un simbolo di unità per ricordare i valori condivisi e la necessità di di essere buoni gli uni con gli altri”.
Una linea singola che connette tutte le figure
“Un coltivatore di caffè, una famiglia, un barista, amici che si abbracciano. Un mosaico di più di un centinaio di persone disegnato con un tratto continuo: questo è rappresentato sulla nuova tazza di Starbucks”.
Scrive così la celebre catena di caffetterie americana Starbucks nel comunicato stampa per la presentazione dell’annuale decoro natalizio delle sue tazze.
L’artista Shogo Ota, artefice del disegno, ha infatti voluto rappresentare il bisogno di unione dell’umanità, l’importanza di riunirsi in comunità.
Howard Schultz, presidente e AD del gruppo, spiega la decisione del gruppo: “La tazza verde e la grafica rappresentano la connessione comunitaria che Starbucks ha con i propri impiegati e clienti. In un momento controverso per il nostro paese, Starbucks voleva creare un simbolo di unità come promemoria dei nostri valori condivisi e del bisogno di essere buoni gli uni con gli altri”.
La tazza è disponibile infatti solo negli Usa in un quantitativo limitato, si mormora di una vendita che terminerà esattamente con le elezioni presidenziali e di una nuova tazza realmente natalizia già pronta a entrare sul mercato.
Schultz è dichiaratamente schierato con Clinton nella corsa alla Casa Bianca, e aveva precedentemente avviato iniziative contro il commercio di armi a fuoco e il razzismo.