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venerdì 22 Novembre 2024
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Ekaf punta sul caffè in capsule e investe 7,5 milioni in nuove capsulatrici

I nuovi macchinari saranno collocati nello stabilimento di Genova Bolzaneto del gruppo, che è il centro produttivo dell’azienda di proprietà della famiglia livornese Pieri

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GENOVA – Il gruppo Ekaf Cellini, specializzato nella produzione, nel confezionamento e nella vendita di caffè tostato di alta fascia qualitativa, punta a quadruplicare la produzione di caffè in capsule, entro giugno del 2017. Per ottenere questo obiettivo investirà, nei prossimi sei mesi, 7,5 milioni di euro, acquistando tre macchine per inserire il prodotto in capsule che si aggiungeranno a quella già esistente, installata nel 2014 con un investimento di 2,5 milioni.

In questo modo, spiega Giovanni Pieri, presidente e amministratore delegato del gruppo, l’azienda passerà dalla attuale realizzazione di 10 prodotti/capsula a 40, visto che ogni nuova macchina installata potrà produrre altri 10 prodotti/capsula. I nuovi macchinari saranno collocati nello stabilimento di Genova Bolzaneto del gruppo, che è il centro produttivo dell’azienda di proprietà della famiglia livornese Pieri.

La decisione di incrementare la produzione in capsule deriva dal fatto che «da qualche anno le monoporzioni in cialda e, soprattutto, in capsula – dice Pieri – hanno creato un’innovazione nel settore del caffè che era decisamente maturo. Il comparto del monoporzione, in effetti, cresce a doppia cifra, a fronte di una diminuzione del consumo di altri tipi di confezione. E questo a dispetto del fatto che le capsule costino di più. Di fronte a una simile situazione, abbiamo deciso di cavalcare l’innovazione».

Oggi Ekaf Cellini produce capsule compatibili con Nespresso, in prospettiva ne realizzerà anche di compatibili con Nestlè Dolce gusto e Lavazza A modo mio.

Il gruppo, strutturato com’è oggi, nasce nel 1991, quando la famiglia Pieri, proprietaria dal 1946 della Torrefazione Columbia a Livorno, acquista lo stabilimento Ekaf di Genova che possiede i marchi Eureka e Filicori (confluiti poi nel brand Cellini, già utilizzato all’estero). Nel 2005 nasce, con un investimento di 20 milioni, lo stabilimento di Bolzaneto che sostituisce un precedente sito produttivo che era in una frazione del comune di Sant’Olcese.

Il nuovo centro si sviluppa su 11mila metri quadrati di superficie totale, 6mila dei quali coperti, con silos che permettono di conservare sia il caffè verde, sia quello in grani, macinato, biologico e decaffeinato.

La fabbrica utilizza cinque gruppi di macinatori industriali e tre tostatrici a ciclo di tostatura lenta, monitorate in una control room che garantisce il controllo elettronico di tutto il ciclo di tostatura.

L’edificio è dotato anche di 11 linee di produzione per confezionare il caffè in packaging flessibile, sotto vuoto, in cialda, in lattina e in capsula. Il centro è dotato, inoltre, di un magazzino completamente automatizzato da 3.500 posti pallet.

Il fatturato del 2016 previsto a 40 milioni di euro

Il gruppo (che oltre a Ekaf Cellini comprende l’azienda Arcaffè di Livorno, con un polo di deposito ristrutturato nel 2016 con un milione di euro, e Cellini Deutschland, controllata al 50%) nel 2015 ha fatturato 38 milioni di euro, lavorando 5mila tonnellate di caffè. Le previsioni per il 2016 sono di un fatturato di 40 milioni e di 5.600 tonnellate lavorate.

Il 51% dei ricavi proviene dall’Italia (il territorio coperto va dalla Lombardia all’Umbria) e il 49% dall’estero. L’azienda esporta in diversi Paesi ma quelli su cui si concentra di più sono Francia, Germania, Grecia, Danimarca e Russia.

Raoul de Forcade

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