Per uno spritz nel centro storico di Verona ormai si spendono in media 5 euro. L’aperitivo più caro, esattamente come il caffè, è l’ultimo effetto della crisi secondo Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona: la causa risale ai gasdotti, sanzioni e ritorsioni, bollette, politiche economiche e guerra. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Radio Verona.
L’aumento dei prezzi
VERONA – Aperol o Campari, più prosecco, ghiaccio e soda. Si beve in ogni stagione. Ma per trovarlo a 3 euro (o 3,50) bisogna ormai stare in periferia o spostarsi in provincia. Lo spritz, miscela medio-alcolica ex emblema regionale, ora consuetudine nazionale e globalizzata, nel centro storico di Verona si paga stabilmente intorno a «quota 5», talvolta poco di più, raramente meno. Esercenti impazziti?
L’effetto caro bollette
“Macché, è solamente l’ennesimo effetto degli aumenti, generalizzati”, ammette Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona. E si scopre così come l’aperitivo rincarato (come del resto il caffè) sia solo l’ultimo anello della crisi. Questione di gasdotti, sanzioni e ritorsioni, bollette e politiche economiche. E di guerra, prossima al primo compleanno.
Eppure, a dispetto dell’arietta tagliente che viene giù da monti, il sole della domenica di gennaio migliaia di calici, nella gradazione dall’arancio al rosso, brillano sui tavolini dei locali. “A Capodanno ci siamo svegliati con la benzina più cara, siamo tutti alle prese, anche a livello familiare, con le bollette schizzate all’insù. Morale della favola: il potere d’acquisto di tutti va calando. E ciò vale per i singoli quanto per il settore della ristorazione e dell’accoglienza”, ribadisce Torluccio.
Lo spritz è il nuovo caffè
Simone Vesentini, titolare dell’Osteria Caffè Monte Baldo e del ristorante La Piazzetta, spiega l’arcano dal punto di vista dell’operatore.
“I margini di guadagno su prodotti di alto consumo, come l’espresso al banco, sono ormai minimi, difficile capire come alcuni possano resistere a quota 1,20 euro. Lo spritz ha preso il suo posto: veloce nella produzione, elevato nei numeri quotidiani. Come un tempo era la tazzina (una macchina da bar consuma circa 3,5 chilowattora, ndr) è divenuto il nuovo porcellino degli esercenti, il prodotto ad alta diffusione con cui, magari con lievissimo ritocco, è possibile coprire gli extra-costi dell’energia e delle forniture”.
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