TORINO – Quella che un tempo era una grande fabbrica di cavi elettrici, l’Incet, si appresta a completare la propria riconversione in un grande polo culturale. Ma soprattutto gastronomico, al confine tra la zona di Barriera di Milano e il quartiere Aurora. In autunno aprirà infatti EDIT.
EDIT: educazione alimentare
EDIT: acronimo di Eat Drink Innovate Together, incubatore enogastronomico dedicato anche all’educazione alimentare. Punta soprattutto alla condivisione nella produzione e nel consumo del cibo. E c’è anche il caffè.
L’area sarà trasformata in una struttura che ospita un ristorante, un cocktail bar, laboratori di panificazione e cucine affittate a startup gastronomiche. Il progetto si svilupperà su due piani, per una superficie totale di 2000 metri quadrati.
L’idea di EDIT
L’idea, che ha già ottenuto la “benedizione” delle istituzioni cittadine, è di Marco Brignone, una vita passata nelle banche, sia in Italia che all’estero, il quale ha deciso di cambiare ambito e, insieme ai figli Gianluca e Andrea, ha investito nel food&beverage.
La scelta è ricaduta sull’area dell’ex Incet. Fa parte del cosiddetto “Miglio dell’innovazione”. Individuato dal Politecnico di Torino nell’area ex Spina 3, un fabbricato che è stato messo all’asta ben quattro volte senza trovare investitori.
La condivisione il focus primario
EDIT punta sulla condivisione e sulla sharing economy. Ci saranno cinque aree principali:
- bakery cafè
- birrificio e brew pub
- cocktail bar
- ristorante con cucina a vista
- quattro cucine professionali e laboratori artigianali con una show kitchen.
“Dopo una ricerca su Internet – ha raccontato Marco Brignone durante l’anteprima stampa – sono entrato in contatto con lo studio LaMatilde. Ha realizzato il rendering della struttura. Quindi mi sono informato sulla sharing economy visitando le realtà torinesi già attive su questo fronte”.
Durante le sue ricerche, Brignone è entrato in contatto con diverse aziende, come una multinazionale danese specializzata nella produzione di birra.
Brignone e Rastrelli
“Ho lavorato con una piccola équipe di indagini di mercato. – ha raccontato ancora Brignone – Nella quale era presente Giovanni Rastrelli, che ho scelto per fare l’amministratore delegato di EDIT”.
Rastrelli ha 26 anni, per EDIT ha lasciato la società per cui lavorava. Si è gettato anima e corpo in questa nuova avventura. Ha il piglio deciso dell’imprenditore esperto e l’entusiasmo appassionato dei giovani.
“Dall’idea del birrificio condiviso – ha spiegato – ci siamo allargati alle cucine. Nascono per essere affittate a chi vuole fare del catering o ai ristoranti”.
EDIT: caffè, ma anche laboratori di panificazione.
Soprattutto il “terzo posto casa-lavoro”.
“Uno spazio – ha spiegato Rastrelli – frontale alla caffetteria. Dove si possa lavorare in maniera informale. L’offerta del cibo e del caffè deve riflettere lo stesso stile. Ci siamo confrontati con Lavazza. Abbiamo deciso di riprendere questa idea abbinando però un concetto di qualità”.
Esperti da Svizzera, Verona, Torino
Sono stati quindi coinvolti Pietro Leemann, affermato cuoco svizzero. Fondatore della scuola Joia Academy. Renato Bosco, veronese, esperto di lievitati. Del cocktail bar, invece, si occuperanno i gestori del Barz8. Locale a pochi metri dalla Gran Madre, noto per i propri drink originali, concepiti al momento in base alle indicazioni dei clienti.
I Costardi Bros
Infine il ristorante, che sarà gestito dai Costardi Bros (Christian e Manuel). Unici chef stellati della provincia di Vercelli. L’idea, comunque, è di offrire strutture in affitto che, assicurano i proprietari. Sono state concepite insieme alla ASL. Allo stesso tempo dare la possibilità di fare educazione.
Man mano che i lavori daranno forma alle aree – al momento è ancora tutto un cantiere. – Apriranno anche le adesioni per i cosiddetti “micro-birrifici”. Dove le piccole imprese potranno produrre la propria birra.
“Il fatto che riuniamo sotto lo stesso tetto star e protagonisti diversi – ha concluso Rastrelli – non ci deve far dimenticare della zona in cui siamo. Non alzeremo i prezzi rispetto agli altri posti. L’accessibilità resterà la priorità”.