domenica 22 Dicembre 2024
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Ecco perché il Caffè Greco è patrimonio culturale di Roma e dell’Italia intera

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ROMA – E ancora aperta la partita sul futuro del Caffè Greco, che si gioca da mesi a colpi di ricorsi e carte bollate. Per lo storico locale romano si sono mobilitati intellettuali e politici animati dalla volontà comune di salvare un’istituzione culturale della città. In questo breve excursus, tratto dal sito Turismo.it, alcune curiosità sul passato del più celebre caffè letterario della capitale. Patrimonio culturale sia di Roma sia dell’Italia intera.

Negli ultimi tempi il Caffè Greco di Roma si trova, per un motivo o per l’altro, al centro di diverse polemiche e il suo futuro pare incerto. Ma questo non riduce il fascino di un’istituzione che ha reso ancora più grande il centro cittadino.

Si tratta infatti del più celebre caffè letterario della capitale, fondato nel 1760 da Nicola della Maddalena che, originario della costa anatolica della Turchia, era legato alla civiltà greca e alle sue colonie, da qui il nome Caffè Greco.

Mario La stella, nel suo libro Antichi Mestieri di Roma, racconta di avere rilevato in antichi documenti che l’originario nome della caffetteria era Caffè del Greco e che nell’insegna era dipinta la figura di un greco.

Ritrovo di artisti e intellettuali

All’inizio del XIX secolo divenne il ritrovo preferito di artisti ed intellettuali tedeschi venuti ad operare in Italia e da allora venne sempre più frequentato da molti letterati, filosofi, pittori, scultori e musicisti oltre che storici, principesse e cardinali che contribuirono a renderlo famoso.

Tra i più illustri ospiti Byron, Andersen, Wagner, D’Annunzio, Leopardi, Levi, Delaroche. De Chirico vi beveva il cappuccino, Schopenhauer ci andava con il suo barboncino bianco e anche Goethe contribuì alla sua popolarità, dal 1779 in poi.

Molte opere letterarie celebri furono scritte ai tavoli del Caffè Greco. Come le “Anime morte” di Gogol. E numerose pagine e poesie furono ad esso dedicate, come celebri quadri tra cui quello di Renato Guttuso esposto oggi a Madrid.

Una curiosità è legata ad una lettera anonima del 1910, che si scoprì scritta dal conte Ludovico Pecci, nipote di papa Leone XIII: in essa si fa riferimento al fatto che il pontefice da giovane fosse stato un assiduo frequentatore del locale.

Ecco il motivo per cui è nata la leggenda. Secondo la quale se un cardinale si fosse seduto ad un tavolo del Caffè Greco sarebbe diventato papa.

La location del Caffè Greco

Si trova in Via Condotti 86, a due passi da Piazza di Spagna. Ed ancora oggi è un luogo in cui si respira un’atmosfera intrisa di quel fascino dei tempi. Merito del suo arredamento ottocentesco fatto di tavoli in marmo, stucchi e tappezzerie; quadri e specchi che si mescolano all’aroma di caffè e al profumo di storia dell’Arte. Al suo interno sono esposte più di 300 opere e cimeli storici. Che ne fanno la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo. Oltre che offrire la possibilità di raccontare la storia di intellettuali, letterati e grandi personalità che si sono sedute ai tavoli.

Il menu del Caffè Greco

Il caffè su serve in tutte le sue declinazioni, e si possono gustare la parte dolciaria comprendente vari tipi di cornetti; crostate, torte e pasticceria da tè, tramezzini, bevande calde tra cui tè e cioccolata calda; apertitivi, liquori e cocktail accompagnati da varie sfiziosità.

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