lunedì 23 Dicembre 2024
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Ecco perché evadere il fisco può essere molto più facile per l’artigiano che per il barista

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MILANO – Evadere è tuttora una deleteria consuetudine in Italia, perlomeno in alcuni contesti: l’evasione fiscale rimane una delle piaghe del nostro paese e gli evasori non solo operano in modo illecito, ma danneggiano anche una maggioranza fatta di imprenditori onesti.

Spesso oltretutto assumendo atteggiamenti sprezzanti nei confronti dei clienti che richiedano l’emissione di una regolare fattura. Come in questo breve pezzo, tratto dal sito ogginotizie.it, in cui l’autore descrive uno spiacevole episodio, che ha come protagonista un artigiano disonesto e sfrontato.

Nel finale, una giusta considerazione: nessun barista si sognerebbe mai di chiedere un prezzo diverso per la tazzina, con o senza Iva.

Ma ecco il racconto della vicenda, che si svolge a Canelli, in provincia di Asti.

Nota azienda locale addetta allo spurgo delle fogne, si reca da un privato per sturare un tubo: “Sig. S. quanto le devo?” – “Bé, sono 150, perchè vengo da Canelli e inoltre si paga l’urgenza!”. I conti proprio non tornato – “Sig. S. mi scusi ma io l’ho contattata ieri sera, lei si è presentato stamattina alle ore 8.30, e da casa mia a Canelli ci sono circa sette chilometri, come è possibile che per 20 minuti effettivi d’intervento utilizzando uno sturatubi, debba spendere così tanto?. Mi può fare la ricevuta?” – l’impresario – “Cosa?, se lei vuole la fattura deve pagare 200 euro più IVA, e comunque così, io da lei non vengo più! – si alza il tono della conversazione per il solo motivo di aver chiesto la ricevuta fiscale.

Un comportamento moralmente inaccettabile

“Io ho chiesto solo un po’ di sconto, è decisamente eccessiva la richiesta economica per il solo sturamento di un piccolo tubo di metri lineari quattro” – replica con stupore la signora – “com’è possibile un costo così esagerato per un intervento così modesto?”.

“Be, semmai le faccio 120, ma senza fattura, ha capito?”- replica il sig. S., che dopo aver bevuto il caffè si alza dalla sedia, e inorridito dalle domande delle signora che nel frattempo gli procura i 150 euro chiedendo spiegazioni di tanto accanimento, prosegue – “altro che 120 euro, me ne prendo 150 e non le do nemmeno il resto, né tanto meno la fattura, non solo da lei proprio non vengo più” – in un attimo mette in soldi in tasca e con il nipote riparte con il suo mezzo “sturafogna”.

I furbetti che rovinano l’immagine dell’Italia, piccoli e medi imprenditori che danneggiano l’immagine di molti altri onesti. Che lavorano senza evadere.

Un’azienda che parrebbe porsi come leader nel settore dell’ambientale, dalla serietà indiscussa, che duplica la richiesta economica nel caso in cui debba emettere fattura.

Sommare 250 euro dell’intervento antecedente il mese, agli ultimi 150, sommano 500 euro, ovviamente in contanti : le nostre rotelline cominciano a girare come un criceto impazzito sulla ruota, perché stiamo calcolando quanto potremo detrarre dalle tasse da pagare dal 730 dell’anno successivo.

La signora vuole la fattura, perché è la legge che lo prevede

Se chiedo quanto costa un caffè, il barista mi dice 1 e 20, non 1 pensando più Iva.

Complice in un reato di evasione fiscale, a tutti i costi, senza che neppure venisse calcolato il costo effettivo della prestazione

Evadere è parte di una piaga sociale, inarrestabile, che innesca una spirale senza fine rendendo, vano qualsiasi tentativo di successiva revisione della spesa, generando sempre maggiori conflittualità tra lo Stato e le altre componenti della società.

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