Ad Arco, in provincia di Trento, si trova la torrefazione Omkafè che ospita al suo interno un museo volto ad esporre il viaggio nella storia dell’azienda e della lavorazione del caffè. L’offerta culturale è valida anche per i più piccoli. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Trentino dei bambini.
Il museo di Omkafè
ARCO (Trento) – Iniziare una giornata senza caffè vi sembra impossibile? Perché allora non visitare questo museo dedicato alla storia della torrefazione del caffè, magari in compagnia dei bambini? Ci troviamo ad Arco a poca distanza dal lago di Garda. Qui si trova la torrefazione Omkafè, che da alcuni anni propone all’interno del suo museo un interessante viaggio nella storia e nella lavorazione di questa pianta.
Siamo stati a visitarlo per voi ed è stata veramente una piacevole scoperta. Il museo e la torrefazione si trovano all’interno di un moderno edificio in vetro, facilmente riconoscibile dalla strada. È a disposizione dei visitatori anche un ampio parcheggio gratuito.
Appena varcata la soglia si entra nello spazio commerciale (in vendita anche le piantine di caffè, bellissime) mentre l’esposizione museale inizia sulla scala a chiocciola che porta al piano superiore, avvolta nel verde delle piante. Il verde delle è uno dei colori dominanti nel museo e ci fa subito pensare a foreste tropicali e paesi lontani… quelli da cui provengono i preziosi chicchi dai quali si ricava la bevanda più popolare nel mondo.
La sala espositiva
Alcuni pannelli posizionati lungo la scala raccontano la storia della famiglia Martinelli e di Omkafè, storica torrefazione della zona. L’esposizione vera e propria si trova però al piano superiore.
Qui è possibile annusare, toccare ed osservare diverse tipologie di chicchi di caffè ed anche provare a macinarli con un autentico vecchio macinino manuale. Questa attività piacerà moltissimo anche ai bambini, che, come dei veri maestri torrefattori, potranno confrontare gli aromi, raccogliere in un sacchettino il caffè da loro stessi macinato e infine portarlo a casa come ricordo di questa esperienza.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.