MILANO – Vendere il caffè per strada con l’ausilio della vecchia, cara caffettiera napoletana. Non un commercio di fortuna, bensì un’attività di somministrazione ambulante regolarmente autorizzata. È l’idea alla base di un’originale startup, che fonde la tradizione della cuccuma partenopea con strumenti e tecnologie di ultima generazione e con un mezzo di trasporto ecologico creato ad hoc.
Il suo artefice è Giuseppe Schisano, un giovane napoletano, che comincerà a breve la sua avventura imprenditoriale, come racconta Roberto Fuccillo in un articolo pubblicato da Repubblica, che riprendiamo di seguito.
Servire il caffè, preparato al momento, rigorosamente con la tipica caffettiera napoletana, la “cuccuma”, girando per le strade della città. Giuseppe Schisano, classe 1993, un giovane napoletano dei Quartieri spagnoli, grazie alla sua creatività e al supporto ricevuto dall’associazione “IF, Imparare-fare” di Marco Rossi-Doria (nell’ambito del progetto “Cambia”), è riuscito a realizzare un progetto originale.
Si intitola “Don Cafè. Street art coffee” e consiste in un cargo-bike. Insomma, una bicicletta con pedalata assistita, con montato sopra un piano d’acciaio con un fornello a gas omologato.
Il sogno nel cassetto diventa realtà
Don Cafè è stato presentato nella sede di “If, Imparare-Fare” in via Tribunali. Alla presenza dell’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli Alessandra Clemente. Un sogno nel cassetto, custodito con tenacia e determinazione nelle lunghe giornate trascorse a lavorare in nero. Oppure durante i viaggi della speranza in Germania alla ricerca di un futuro.
Giuseppe, pochi soldi e molta fantasia
Cresciuto dalla mamma in quei vicoli del ventre di Napoli e con licenza media ottenuta tramite il progetto “Chance”. Oggi, per lui, quel sogno è realtà. Una volta concluse le ultime pratiche autorizzative, infatti, potrà affrontare il suo nuovo lavoro da imprenditore, con l’entusiasmo che lo caratterizza.
Giunge a compimento, così, un percorso non semplice, durato quasi 3 anni. Il primo colloquio con l’Associazione If risale infatti al gennaio 2016. Quando Giuseppe portò l’idea di un bar itinerante per diventare imprenditore di se stesso.
Duro lavoro di squadra
In cui non sono mancati momenti di sconforto. Che però ha permesso infine di superare tante difficoltà tecniche, amministrativo-burocratiche ed economiche incontrate lungo il percorso.
Un’idea semplice ma vicina alla tradizione napoletana
Il caffè preparato come nelle commedie di Eduardo De Filippo, con la cuccuma, e servito con un’altra pietra miliare del patrimonio partenopeo: la sfogliatella.
Tutto ciò è stato possibile grazie al “Prestito della speranza” della Caritas. Per un totale di 13 mila euro. Con cui si sono superate le barriere d’accesso al microcredito classico. Impossibile da ottenere altrimenti, in mancanza di risorse e garanzie come nel caso di Giuseppe.
Hanno aiutato l’Associazione Vobis (Volontari Bancari per le Iniziative nel sociale)
Nonché l’imprenditore Michele Maresca che ha sostenuto il progetto trovando insieme a Giuseppe la giusta miscela, di grande qualità.
“Sosteniamo coloro che lavorano onestamente in condizioni drammatiche e che hanno il sogno di aprire un’attività propria. Da soli o con i loro amici.- Così commenta Marco Rossi-Doria, presidente di If.
– Penso da tempo che queste persone siano una risorsa straordinaria per Napoli e per l’Italia perché possono portare a innovazioni vere. Perché sono agenti di potenziale sviluppo locale nelle aree più difficili della nostra lunga crisi. In quanto vogliono aiutare se stessi e crescere come persone. Giuseppe è la testimonianza che tutto questo è possibile”.
Roberto Fuccillo