MILANO – Il settore del caffè in Uganda farà tutto il necessario per garantire la conformità dei propri prodotti alle nuove norme UE, a cominciare dall’Eudr. L’impegno è stato reiterato dal direttore esecutivo dell’Autorità ugandese di sviluppo del caffè (Ucda) Emmanuel Iyamulemye, in un recente meeting degli stakeholders, che si è svolto a Kampala, per fare il punto sul Piano nazionale di azione per la conformità alla direttiva CS3D (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e al regolamento europeo sulla deforestazione.
L’UE, con in testa l’Italia, è il più importante mercato per il caffè dell’Uganda, con una share superiore al 60%.
Ad aprile 2024, quasi il 44% delle esportazioni ugandesi ha preso la strada del nostro paese: un totale di 171.517 sacchi, di cui 153.261 di robusta, varietà quest’ultima di cui il paese africano è oggi uno dei principali fornitori dell’industria italiana.
L’impegno del governo di Kampala si è concretizzato nello stanziamento di 8,5 milioni di euro per finanziare un percorso graduale di conformità, che ha come obiettivo finale l’istituzione di un registro nazionale del caffè e di un sistema nazionale di tracciabilità.
Si andrà – come detto – per gradi. Per assicurare la conformità in tempi brevi all’Eudr, l’Uganda sta utilizzando attualmente il cosiddetto approccio territoriale (TA, secondo l’acronimo inglese) ha spiegato Iyamulemye.
Il TA si basa sul presupposto che la coltivazione del caffè non è tra i principali driver di disboscamento.
Ogni poligono di coltivazione è identificato attraverso la mappatura ad alta risoluzione e l’intelligenza artificiale.
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