domenica 22 Dicembre 2024
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Carenza di baristi e camerieri sul lago di Como perché nella vicina Svizzera vengono pagati molto di più

Il sindaco di Tremezzina: "La crescita dei flussi e della domanda turistica sul lago di Como hanno assunto dimensioni imponenti che richiedono quindi una accelerazione delle capacità del nostro territorio di dare risposte adeguate. Se non ce la facessimo rischiamo di giocarci la prospettiva. Insieme a quello dei servizi della mobilità uno dei temi più caldi è quello della carenza di personale. Le bacheche social e le chiacchierate, formali e informali, con gli operatori del settore pullulano di ricerche di personale. Questione generale e da noi, fra l’altro, aggravata dalle enormi differenze salariali con la Svizzera che sottrae manodopera, a tutti i livelli e per tutte le qualifiche"

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Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia, lancia una proposta in vista della stagione turistica per risolvere il problema che attanaglia sempre più le industrie nell’horeca: la carenza di personale. Guerra propone di definire un regime per il quale alle imprese e aziende che trasformano una o più assunzioni da stagionali in annuali sia riconosciuta una riduzione degli oneri contributivi nella misura della Naspi, in modo tale da utilizzare quelle risorse per il pagamento dei lavoratori.

“Niente oneri in più per il bilancio dello Stato, che anzi guadagnerebbe dal maggior gettito fiscale derivante dallo sviluppo annuale dell’economia turistica” afferma Guerra. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Roberto Canali pubblicata da Il Giorno.

La mancanza di personale al lago di Como

COMO – Nella Lariowood degli hotel e dei ristoranti da sogno è diventato più facile trovare un vip in vacanza che un cameriere o un barista al lavoro, soprattutto se il contratto proposto è quello di stagionale. La colpa non è del reddito di cittadinanza né della presunta scarsa propensione al sacrificio delle nuove generazioni, in questo caso a determinare la scelta dei lavoratori è la concorrenza con la vicina Svizzera dove le paghe sono notevolmente migliori.

Timori per la stagione turistica

Così alla vigilia della nuova stagione turistica che entrerà nel vivo già a partire dal lungo ponte di Pasqua, grazie all’arrivo di migliaia di turisti dalla Germania, la Francia e il Nord Europa tanti alberghi e ristoranti sono già in allarme. Ha pensato loro Mauro Guerra che oltre a essere il presidente di Anci Lombardia è anche il sindaco di Tremezzina, uno tra i centri turistici più importanti del Lario, con una lettera aperta inviata a parti sociali, organizzazioni di categoria e parlamentari per ottenere paghe migliori e più garanzie a favore dei lavoratori, in cambio di sgravi fiscali per chi opererà assunzioni a lungo termine.

“La crescita dei flussi e della domanda turistica sul lago di Como hanno assunto dimensioni imponenti – spiega – Che richiedono quindi una accelerazione delle capacità del nostro territorio di dare risposte adeguate. Se non ce la facessimo rischiamo di giocarci la prospettiva. Insieme a quello dei servizi della mobilità uno dei temi più caldi è quello della carenza di personale. Le bacheche social e le chiacchierate, formali e informali, con gli operatori del settore pullulano di ricerche di personale. Questione generale e da noi, fra l’altro, aggravata dalle enormi differenze salariali con la Svizzera che sottrae manodopera, a tutti i livelli e per tutte le qualifiche”.

La proposta

“Propongo di lavorare a definire un regime per il quale alle imprese e aziende che trasformano una o più assunzioni stagionali in assunzioni annuali sia riconosciuta una riduzione degli oneri contributivi nella misura della Naspi, che lo Stato così non dovrebbe versare, utilizzando invece quelle risorse per garantire la contribuzione integrale ai lavoratori – la proposta di Guerra – Niente oneri in più per il bilancio dello Stato, che anzi guadagnerebbe dal maggior gettito fiscale derivante dallo sviluppo annuale dell’economia turistica”.

Guerra continua: “Minori costi per gli imprenditori, così incentivati a prolungare l’attività. Soprattutto più reddito, più stabilità e sicurezza dell’occupazione per le lavoratrici e i lavoratori e le loro famiglie, e una chance in più perché scelgano di restare a lavorare nel nostro territorio. Fidelizzandone il rapporto con i nostri operatori. Salari adeguati e stabilità occupazionale parlano di diritti salvaguardati, di qualità del lavoro e di una economia che cresce in modo equo e sostenibile”.

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